Nei giorni scorsi è stata nuovamente riproposta con forza la questione dello ius soli. Secondo molti esponenti politici e diversi osservatori, andrebbe infatti concessa la cittadinanza italiana a tutti coloro – compresi specialmente i figli degli immigrati – che nascono nel nostro Paese. Qualche proponente di questo principio ha aggiunto alcune condizioni (ad esempio, che i genitori risiedano in Italia da un certo numero di anni), ma senza modificare l’idea di base.
Di recente, anche il ministro Kyenge ha ribadito l’intenzione di coinvolgere il governo in questa direzione. Ma cosa ne pensano gli italiani? Sono disponibili a concedere eguali diritti a chi nasce nel nostro territorio, anche se figlio di stranieri? La netta maggioranza appare più che disponibile. Più dell’80% dei cittadini si dichiara d’accordo nell’ammettere questa possibilità.
Tuttavia, è solo il 32% a dichiarare di volerla concedere alla sola condizione della nascita, senza altre limitazioni. Esprimono, in particolare, questo parere le due classi estreme di età, vale a dire i più giovani e i più anziani, con una accentuazione tra chi possiede i titoli di studio meno elevati. Ancora, si trova una maggiore frequenza nel voler concedere la cittadinanza alla sola condizione di essere nati nel nostro territorio, tra chi si colloca politicamente più a sinistra, ma anche tra chi, nelle ultime elezioni si è astenuto.
La maggioranza della popolazione (52%) richiede invece delle condizioni aggiuntive: perlopiù (42%) si tratta della richiesta di residenza dei genitori da un certo lasso di tempo.
Solo il 16% degli italiani esprime un parere contrario alla proposta di concedere lo ius soli. Questa percentuale sale al 22% tra gli elettori del Pdl, ma assume una vera e propria vetta (40%) tra i votanti per la Lega. È significativo notare, tuttavia, che anche tra costoro, la maggioranza (60%) si esprime a favore della concessione di questo diritto, seppure con la condizione della residenza.
Insomma, gli italiani sembrano pronti a questa riforma.