BUENOS AIRES…catòlicos!
Di Guadalupe Ruiz Flores
Buenos Aires capitale dell’Argentina, in spagnolo, prescindendo dalla sua origine, significa aria buona, al plurale. E di arie buone con Papa Francesco, argentino di Buenos Aires, ne stiamo godendo una al giorno, a volte anche di più. Si può ben dire senza paura di esagerare, che si comprende ora, un po’ meglio, persino la rinuncia del grande papa Benedetto XVI, decisa affidando la scelta del successore che doveva completare la sua opera, allo Spirito Santo, che ha scelto bene.
Perché meravigliarsene. Certo non tutti sono d’accordo con lo Spirito Santo su questa scelta, ma secondo un antico detto ispanico “quel che va bene al lupo non va bene all’agnello…”. E fra i primi richiami di Papa Francesco ai sacerdoti c’è stato proprio quello di essere pastori, perfino di aver l’olezzo dei pastori, affinché le pecorelle sentano il loro profumo, li riconoscano e vadano a loro con fiducia. Il Pontificato di Benedetto XVI avrebbe potuto essere un pontificato completamente straordinario nella storia. Ciò perché è stato il pontificato della, e nella, globalizzazione e sue conseguenze.
L’Enciclica Caritas in Veritate resterà nella storia come una delle Encicliche più importanti poiché spiega come e perché l’uomo perde il controllo degli strumenti a sua disposizione (quali l’economia) e quali sono le conseguenze. Ma tanta grandezza del Pontefice è stata ridimensionata da altrettante debolezze o bassezze intorno a Lui. Che è diventato prioritario compito di Papa Francesco trasformare in grazie per la Chiesa. Crollo nella fiducia, crollo nella credibilità, crollo nella esemplarità, in pochi mesi sono stati trasformati in ripresa. Ripresa della fiducia, ripresa della credibilità, ripresa di esemplarità. Peccato che Papa Francesco non sia anche leader del Governo del vostro Paese… il vostro rating sarebbe tornato a tripla A, plus.