Come promesso nel piano industriale, Alitalia ha lanciato con Vienna la prima nuova rotta europea da Milano Linate, usando alcuni dei preziosi slot fin qui utilizzati per volare in direzione di Roma Fiumicino, rotta che invece è stata mandata in crisi da Frecciarossa e italo.
Dal punto di vista strettamente aziendale di Alitalia si tratta di un’ ottima mossa, i due voli giornalieri permetteranno di volare andata e ritorno tra Milano a Vienna in giornata, sicuramente otterranno buon successo fra l’ utenza d’ affari e l’ utilizzo del piccolo, ma efficiente Embraer renderà più facile il riempimento.
Guardando però all’ efficienza del mercato non si può non notare lo stravolgimento della concorrenza, con Alitalia che gioca in discesa e con l’ arbitro a favore. Innanzitutto i voli giornalieri saranno due, quando la regolamentazione vigente ne concede, verso Vienna, solo uno a ciascuna linea aerea. Alitalia fingerà che il secondo volo sia operato da un altro vettore che esiste solo sulla carta e che possiede al 100%. ENAC, l’ Ente Nazionale Aviazione Civile, farà finta di non vedere il fallaccio.
In parole povere, è come se un governo di sinistra avesse concesso a Silvio Berlusconi di possedere una sola televisione e lui se la fosse cavata intestando Italia 1 a Piersilvio e Retequattro a Marina, ma con tutti i programmi prodotti, diretti e venduti da Canale 5. Oddio, Mediaset non poteva possedere giornali, ma, casualmente, il fratello Paolo era il proprietario del Giornale e la moglie Veronica del Foglio…
La linea aerea cui fittiziamente Alitalia affiderà il secondo volo sarà ignota ai clienti, convinti come è in realtà di volare Alitalia, non avrà un canale di vendita, sarà soltanto un prestanome, di cui solo ENAC può fingere di ignorare lo stato.
I concorrenti sulla rotta fra Milano e Vienna sono Austrian e air berlin, che operano solo da Malpensa e non otterrebbero mai due slot giornalieri da Linate. Austrian ha molto traffico che fa scalo a Vienna e prosegue per molte destinazioni minori dell’ Europa dell’ Est, altrimenti difficilmente raggiungibili, mentre air berlin ha solo traffico che va proprio da Milano a Vienna e non è difficile immaginare che verrà spazzata via.
Potendo decollare da Linate per Vienna senza concorrenza, Alitalia potrà praticare prezzi più alti e/o estromettere i concorrenti dal mercato, in barba al principio per cui dovrebbe vincere il migliore. Vincerà invece chi è favorito dall’ arbitro ENAC, che fa di tutto per mantenere in vita gli zombie nazionali Alitalia e Meridiana. Linate è interamente assegnato a loro per quanto riguarda i voli nazionali, in barba a qualsiasi regola di fair play e alle stesse regole dell’ Unione Europea. Vi chiederete perché i vettori europei non si lamentino, la risposta è che ai tre principali, cioè Air France-KLM, Lufthansa e British Airways viene parimenti consentito di volare più volte del consentito verso i propri hub, con lo stesso giochetto dei prestanome, impedendo che da Malpensa qualcuno possa fare loro seria concorrenza.
Risultato? Migliaia di dipendenti SEA e dell’ indotto disoccupati, in cassa integrazione o prossimi, come nel caso dei 2.400 dell’ handling, a perdere il proprio lavoro, mentre la parte ricca del business dell’ aviazione vola oltre le Alpi e il Comune di Milano non riesce a vendere la propria quota degli aeroporti ad un prezzo decente.
Qualche mese fa la Linate-Fiumicino era in monopolio Alitalia, una timidissima sentenza dell’ Antitrust costrinse Alitalia a cedere a easyJet 7 dei 60 slot (30 coppie) che utilizza. Per il successo in quella rotta è fondamentale offrire il più elevato numero di voli quotidiani agli indaffarati businessmen che prendono il primo volo che trovano… e trovano quasi solo Alitalia, che all’ epoca diceva che non avrebbe potuto rinunciare nemmeno ad un solo slot ulteriore, ridurre di nemmeno uno i suoi 30 voli per Roma.
Passato solo qualche mese, ecco invece il pubblico annuncio che 8 coppie di slot fra Milano e Roma, che assegnate a easyJet avrebbero ricostituito una concorrenza vera, verranno invece utilizzate per rotte diverse, ma tutte caratterizzate dall’ impossibilità, per chi già le opera, di operarle da Linate.
Gabriele Del Torchio, AD di Alitalia, ha appena dichiarato che i 300 milioni di euro, che nemmeno un mese fa cercava per la fine dell’ anno, devono invece arrivare a settembre. Finiti gli incassi della stagione estiva ci sarà bisogno di una trasfusione anticipata, per tirare a campare, mentre Air France vola in cerchio come un avvoltoio in attesa di prendere Alitalia gratis, ma beninteso con tutti gli aiutini del caso e possibilmente una dote
I 300 milioni comunque non bastano, per far sopravvivere Alitalia non si può fare a meno di trasformare Linate in una sua riserva privata al riparo dalla concorrenza, una cash cow, una colonia in cui non vale nessuna regola di mercato, ma solo la legge del più furbo e del più raccomandato. A che scopo? Quasi cinque anni di quasi monopolio a Linate non le sono bastati e non le basteranno mai.
Non mi chiedo se Alitalia potrà sopravvivere o no, ma sicuramente non è ammissibile che la sua cattiva salute o agonia infettino il sistema aeroportuale del nord Italia, che va dritto al collasso. È ora di chiudere definitivamente la stagione dello stravolgimento del mercato autorizzata da Silvio Berlusconi, quando volle che la fusione fra Alitalia e AirOne potesse avvenire tagliando le mani per legge all’ Antitrust. Doveva servire come eccezione, stampella temporanea verso il raggiungimento dell’ equilibrio finanziario, è diventato uno scandalo mondiale, nulla del genere avviene in alcun altro aeroporto del pianeta.
Le tre scimmiette di ENAC smettano di coprirsi occhi, orecchie e bocca, basta col porcellum di Linate
CETERVM CENSEO LINATE ESSE DELENDAM