Papa Francesco si è più volte definito un “pellegrino”. Questa parola deriva dal latino peregrinum, che vuol dire “straniero”, derivato di per (“oltre”) e ager (“campo”).
Questa etimologia non deve essere sfuggita a papa Bergoglio, che ha soprendentemente scelto Lampedusa come meta del suo primo viaggio ufficiale. Stravolgendo agenda, cerimoniale e tradizioni Francesco ha scelto di dare corpo alla (sua) preferenza per gli ultimi, ovvero quelle migliaia di persone che disperatamente attraversano il Mediterraneo ogni giorno. E a cui capita di morire con altrettanta regolarità: è stato persino calcolato! Sei (6!) persone al giorno di media annegate nel mare negli ultimi venti anni.
Le ultime mosse di Bergoglio mi hanno stupito. Inizialmente ho accolto con diffidenza la sua gestualità esasperata, l’ostentazione di prossimità con le persone, il parlare fin troppo semplice. Ma la caparbietà e la continuità con cui il papa argentino sta costruendo il suo messaggio sono effettivamente coerenti e sorprendenti: vicino agli ultimi, lontano da concerti, lussi e cerimonie. Nessuna contiguità con ambienti che hanno commesso errori e che spesso vivono di opacità. Basti pensare allo Ior.
Vedremo se anche in futuro sarà così. Di certo Bergoglio sembra il papa giusto per il nostro tempo. Un tempo in cui i soldi sono finiti e molto del futuro, almeno in Occidente, sembra dietro le spalle. Un’epoca in cui in futuro ha bisogno di essere reinventato, ripensato e progettato prescindendo da molte delle certezze che abbiamo avuto finora. Un futuro più povero ma non necessariamente più infelice.
Ps: riprendo questo blog dopo più di un anno. Grazie, di nuovo, per l’ospitalità e scusate per il ritardo!