ControTempoSalvati dalla Fede, ci crediamo?

Sarà quell'indomabile voglia e smania di protagonismo, forse semplicemente l'aver girovagato troppo con ragazzi diversi che irrita il derma di molte signore della penisola (pochi sanno cosa faranno...

Sarà quell’indomabile voglia e smania di protagonismo, forse semplicemente l’aver girovagato troppo con ragazzi diversi che irrita il derma di molte signore della penisola (pochi sanno cosa faranno i tatuaggi sul corpo della veneta dedicati prima a Marin, poi a Magnini). Sarà la riconosciuta supremazia nel panorama delle piscine italiche e anche transnazionali, forse la certezza di esser polo mediatico per arrembanti giornalisti.

Federica Pellegrini è assolutamente un’icona dello sport italiano. Poco da dire: apre l’ufficio con prestazioni sopra la norma, lo chiude con due titoli mondiali consecutivi tra Roma e Shanghai. Parziali delusioni i Giochi Olimpici dello scorso anno con il podio a guardarlo dal basso sia nei 200sl che nei 400sl. Fece scandalo una delle tante interviste poi concesse in cui denotava la tipica spocchiosità che a volte la contraddistingue. Ricordate questo punto, in qualche modo ci torneremo. Checchè se ne dica comunque, collocatela ai vertici delle vostre particolari hit parade, sportivamente se lo merita. Per quanto concerne la sua figura, la discussione è relativa se metterla o meno al fianco di Valentina Vezzali e Josefa Idem, poco altro.

In ogni caso la mia riflessione è relativa ad altro. Stasera, precisamente (questo per chi è maniaco di orari o ha bisogno di uno stacco tra un panino e l’altro) alle 18.32, Federica Pellegrini affronterà la finale dei 200sl, detentrice del miglior tempo in semifinale e accreditata quindi della corsia 4. Surclassate, con un’ultima vasca da 29″, Franklin, Muffat, Sjoestrom. Bene ci verrebbe da dire: accantonate le delusioni di Scozzoli e, relativamente, della Bianchi (dalla quale più di quello che ha dato non era lecito aspettarsi. Ma tant’è, per i media italiani se arrivi in finale poi è doveroso aspettarsi la medaglia, un po’ come oggi per Pesce e Paltrinieri), a salvare la baracca nauseabonda di delusioni è sempre la Fede. Stileranno un’agiografia alla Pellegrini, ne sono sicuro e sul suo epitaffio scriveranno l’inenarrabile.

Con l’1.55 alto che ha nuotato in semifinale sarebbe arrivata bronzo a Londra, bronzo. Arriviamo al primo dei punti: lei ha deciso di nuotare questa gara senza una naturale preparazione, avendo in programma per questa edizione di Barcellona i soli 200 dorso. La sera prima delle decenti batterie lei e Philippe Lucas, il suo allenatore, si siedono a cena e, invece dei disastri termonucleari, decidono di preder parte ad una gara non curata per nemmeno una minima parte dell’anno; d’altronde dopo Londra serviva un anno sabatico, il solito nuotar senza pressioni che l’ha sempre contraddistinta e le ha sempre donato un alibi al cospetto della carta stampata. Alla sera un tempo che le sarebbe valso il bronzo olimpico quando lo scorso anno mattinate intere di sveglie le avevano consegnato un quinto posto. La domanda, non si fosse capito, è: possibile affrontare una gara sull’onda di emozioni del giorno prima in uno sport competitivo come forse solo l’atletica senza adeguata preparazione? No, non parlo di doping ma di un ammirevole teatrino montato su per far si che, in caso di delusioni, si potesse anteporre la preparazione non adeguata e, in caso di risultato positivo (come comunque tutti bramano compreso il sottoscritto, almeno per salvare una spedizione che non sia fallimentare come quella olimpica dello scorso anno), la capacità di aver nuotato un tempo fuori dalle corde vocali delle altre senza specifici allenamenti.

A questo si ricollega il secondo punto: ammissibile che alcuno dei giornalisti (o semplicemente gente che tiene in mano un microfono, dicitura più adeguata) si sia premurato di porle come domanda come mai abbia nuotato così e cosa si cela realmente dietro piuttosto che mantenere intatta l’immagine di un’icona dello sport che serve a poco se non a rimpinguare il palato di creduloni della carta stampata? No, perchè si preferisce sottolineare che lei e Magnini sono compagni, ma solo in squadra.

Qualche obiezione potrebbe salire dal palco: a noi cosa importa? Basta la medaglia, tutto il resto è noia direbbe Califano. Esatto, potrebbe. A volte però la superficie andrebbe scavata e addurre motivazioni e spiegazioni piuttosto che cercare pretesti per una prima pagina non sarebbe deficitario. Probabile siano supposizioni e illazioni. E’ stato montato un teatrino e la scevra mancanza di criticità e dei professionisti e dei lettori lo supporta. Probabile però che siano solo supposizioni, lo ripeto. Anche perchè c’è la dedica all’Irpinia, questo è l’importante.

Siamo in balia di un’atleta in un’intera manifestazione. E delle sue dichiarazioni. Non è preoccupante?

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