Essere un soldato da combattimento della Brigata Golani è una scelta che non tutti scelgono di fare. E’ una scelta molto difficile che viene dal cuore ed è molto difficile da comprendere. Non dormire mai la notte, sparare, addestrarsi all’estremo delle tue forze, pattugliare, correre e fare tutto al massimo; questo è Golani. Essere un soldato della Brigata Golani vuol dire porsi un sacco di domande sulla morte senza nemmeno ricevere una risposta riguardo alla tua vita; perché la tua vita viene presa in prestito per 3 anni dall’Esercito Israeliano e per tre anni appartieni a loro. Essere un “golancik” significa poter perdere i tuoi amici per il fucile ma non la speranza di poterli rivedere presto. Essere un soldato da combattimento significa dimenticarsi della tua ragazza, della tua famiglia e dei tuoi amici per tre lunghissimi anni. Essere un soldato da combattimento della Brigata Golani significa pensare prima allo Stato d’Israele. Per molti è difficile e quando la tristezza ti colpisce, ti scende una lacrima sul viso e ti ricordi della tua ragazza. La tua fidanzata che continua a starti vicino ma che potrebbe lasciarti perché è stufa di stare con te e di aspettare che torni dalle zone di confine stanco, sporco e con la divisa puzzolente. Non ti fermi mai, lavori sempre, aiuti i tuoi compagni soldati quando hanno problemi, non dormi mai nel tuo letto, certe volte dormi per terra, su rocce, sabbia o campi di spine e sai che i tuoi genitori, tua sorella e la tua ragazza possono chiudere gli occhi e dormire in un letto caldo sotto profumate lenzuola. La notte ti guardi intorno e vedi i tuoi amici soldati che vorrebbero riposare e chiudere gli occhi almeno per un minuto ma fanno davvero fatica. Certe volte si addormentano in trincee e pensano che quella sarà la loro tomba. Essere un soldato da combattimento della Brigata Golani significa sapere che proteggi sempre il tuo Paese e… “se non lo fai tu, chi lo fa”? E a nessuno importa che tu stai a Ramallah, a Jenin, a Gaza, o al confine con il Libano o con la Siria e che un giorno potrebbe venirti a chiamare l’angelo della morte. Esser un soldato della Brigata Golani vuol dire correre il rischio di poter rimanere ferito o persino di perdere la tua vita per proteggere il tuo popolo e la tua Nazione. Amiamo il nostro Paese e lo abbiamo giurato di fronte al Muro del Pianto a Gerusalemme. Noi soldati ”Golancik” siamo fieri di essere la Brigata numero uno e di poter proteggere i cittadini dello Stato di Israele perché se non lo facciamo non ci sarebbe questo Paese. E non dimenticatevi che esser un soldato della Brigata Golani è un privilegio, vuol dire esser rispettati da tutti perché significa essere un Uomo. Noi soldati della Brigata Golani non chiediamo niente di materiale, nemmeno un aumento dello stipendio, chiediamo solamente una buona parola da parte dei nostri cittadini. Solo una buona parola, una frase carina così da poterci ricordare sempre che tutto Israele ci supporta. E quando sentiamo le persone vicine a noi, ci ricordiamo che vale la pena combattere, che non abbiamo sbagliato ad entrare in un’unità di combattimento e tutto quello che ci sembra difficile diventa più facile perché faremmo qualsiasi sacrificio per il nostro amato Paese. Continuiamo a fare sacrifici ragazzi, senza fermarci.
21 Aprile 2013: entro nell’Esercito Israeliano.
21 Luglio 2013: entro in nell’unità di combattimento numero uno in Israele (Golani).
Leonardo Aseni