Di recente è uscita sul blog di Beppe Grillo un’intervista a Nigel Farage, leader del partito dell’indipendenza del Regno Unito (Uk Independence Party). l’Ukip è dato nei sondaggi tra l’11 e il 13% e alle prossime elezioni europee potrebbe aumentare gli eurodeputati eletti (questo accade grazie al proporzionale, nel Regno Unito dove vige il sistema uninominale di collegio infatti non hanno nemmeno un eletto).
Nell’intervista si ha l’impressione che Farage sia interessato al destino democratico dell’Europa, intesa però come unione commerciale di stati indipendenti. La preoccupazione (in parte più che giusta) di una dilatazione indefinita della sovranità degli stati per un controllo europeo elitario si mischia alla giustificazione delle proprie tesi secondo cui è meglio dire fine all’idea di un’Europa politica. Perché? Farage ci spiega che “siamo diversi” e quindi non può funzionare l’unione sotto vari punti di vista, da quello finanziario a quello legislativo. In effetti è vero, siamo molto diversi. Ma il fascino di una confederazione europea o qualcosa di più sta proprio in questo.
Il punto è che il blog di Grillo indirettamente fa sue queste tesi facendo l’intervista all’indipendentista britannico. Pericolosamente però. Il punto è che se diamo ragione a Nigel Farage dobbiamo cominciare a dubitare che l’Italia possa essere Italia. Siamo uno stato non ben riuscito, come una ciambella senza buco. Il nord ha problemi diversi dal sud, e nel nord e nel sud ci sono realtà diverse. Abbiamo lingue dialettali differenti e poco comprensibili in alcuni casi, comportamenti, abitudini, culture. Siamo il Paese dei comuni, delle Repubbliche Marinare, delle Signorie e dei ducati. Ma la parte più bella dell’Italia è proprio questa: una diversità che tende a ricordarsi e a mescolarsi. Altrimenti potremmo cominciare a dar ragione ai leghisti, che è giusta la secessione del nord. Oppure separarci in tanti staterelli con lingue locali.
No, la tesi di Farage non è esatta. E’ utile al progetto dell’Ukip di nostalgia di un Regno Unito separato con sue regole e suo profilo identitario. Ma lo Stesso Regno Unito è l’unità di realtà differenti, con lingue, culture e comportamenti diversi. Non a caso ci sono stati l’esercito repubblicano irlandese IRA con il terrorismo, senza parlare delle rivendicazioni scozzesi e gallesi. Se dessimo ragione a Farage allora dovremmo spezzettare la Gran Bretagna.
Ma se gli diamo torto, allora torna possibile il sogno europeo. Un’Europa democratica e aperta, che si rilanci con nuovi progetti inclusivi e di prosperità, per guardare al mondo e al futuro con fiducia. Sta pure a noi cittadini informarci e cominciare a sentirci un po’ più europei.