“Da tempo notavo i parcheggi riservati ai portatori di handicap, venivano occupati da chi non ne aveva diritto. Una mattina ho segnalato ai vigili il problema. Mi spiegano che, essendo assente la segnaletica verticale, loro non possono elevare multe perché poi avrebbero perso sicuramente il ricorso.”
E’ la mail inviata ai giornali e blog locali da un lettore per denunciare l’incredibile situazione che si verifica sul lungomare di Latina, a settanta chilometri da Roma. Dove chi occupa i parcheggi per disabili -uno degli illeciti più odiosi- non può essere punito, perché quei parcheggi pur essendo contrassegnati dalle caratteristiche linee arancioni mancano del relativo cartello.
Il solito assurdo caso di burocrazia stolta e idiota che impedisce la certezza della pena e assicura la protezione agli incivili. Perché di fronte alla fragilità della legge, non si può neanche nascondere il disgusto verso quei sani che negano ai disabili il diritto di parcheggiare. E, colti in fragrante, pretendono anche di aver ragione.
Non è la prima volta, purtroppo, che la città di Latina scivolta proprio su questo tema. Nel 2010, dopo un vertice fra l’allora assessore cittadino alle Politiche Sociali, l’UDC Patrizia Fanti e le principali associazioni di invalidi, il Comune diffuse un comunicato stampa con cui spiegava che le auto con il contrassegno per invalidi potevano parcheggiare senza pagare all’interno delle strisce blu. E così i disabili hanno cominciato tranquillamente a sostare sugli spazi a pagamento, quando le strisce gialle erano occupate da altri. Per poi ritrovarsi a casa le multe.
Convinti di aver rispettato le regole, gli invalidi fecere ricorso. Scoprendo che, malgrado l’annuncio diffuso su tutti i media della città, l’amministrazione comunale non aveva mai approvato la delibera che li autorizzava ufficialmente.
Latina, purtroppo, non è un’eccezione. In tutta Italia spesso i disabili e i loro accompagnatori devono combattare con una burocrazia ottusa e con l’inciviltà quotidiana. Da qualche tempo si è diffusa l’abitudine delle cosiddette “multe morali”, un foglio lasciato sulle auto degli incivili con la scritta: “Se vuoi il mio posto, prenditi il mio handicap”. Un piccolo gesto simbolico che però non compensa la latitanza dello Stato e l’indifferenza della società.