“Per le piccole Simona e Silvana, tanti cari bacetti e auguri”. Solo questo. Un classico messaggio, accompagnato dalle tre firme dei mittenti, su una semplice cartolina postale, spedita ai parenti liguri per mandare loro i saluti e gli auguri pasquali da qualche meta più o meno lontana. Peccato però, che la cartolina in questione, per giungere a destinazione, abbia dovuto attendere ben quarantaquattro anni. A darne notizia, le pagine liguri de Il Giornale.
44 anni. 528 mesi. 16070,6567 giorni. Inviata da Oristano, in Sardegna, attorno all’aprile del 1969, è stata recapitata ad Albenga, in Liguria, alla fine dell’agosto del 2013. Quando è partita, il Presidente del Consiglio dei Ministri si chiamava Mariano Rumor, il Presidente della Repubblica rispondeva al nome di Giuseppe Saragat, e alla Casa Bianca era residente tale Richard Nixon. Quando è arrivata, ha trovato Enrico Letta, Giorgio Napolitano e Barack Obama. Un viaggio nel tempo, senza Marty McFly né la DeLorean della saga cinematografica di “Ritorno al Futuro”.
In questo caso, però, l’ultraquarantennale ritardo nella consegna della cartolina non è da attribuirsi a un disservizio postale, o a qualche postino distratto. Anzi, si direbbe che, in questa particolare occasione, le poste non abbiano colpa alcuna. Perché la missiva con gli auguri di buona Pasqua per le due bimbe, almeno ad Albenga, in provincia di Savona, era riuscita ad arrivare. Ma, per motivi tuttora ignoti, era rimasta nascosta, incastrata chissà come, in qualche fessura di una immensa cassetta postale di un condominio cittadino. Una di quelle cassette multiple, come ce ne sono a migliaia, in tutti i quartieri di tutte le città di tutto il mondo, che, involontariamente, si è trasformata in una capsula del tempo, sulla falsariga dei contenitori – molto diffusi nel Nord America, e utilizzati nelle missioni spaziali – preparati per conservare oggetti o informazioni destinate a essere ritrovate in un’epoca futura.
Fino a quando, quest’anno, il condominio non ha deciso che fosse ora di sostituire le ormai vetuste cassette postali con esemplari più moderni: nell’intervento di rottamazione, la cartolina, rimasta incastrata dietro, silenziosamente nascosta sin dall’anno del primo sbarco sulla luna, è saltata fuori. A trovarla, un residente dell’edificio, il giovane Giovanni Mela, stella del calcio locale, organizzatore a tempo perso di alcune delle più popolari feste estive in riviera (che, data la particolarità del cognome, vengono ribattezzate “Apple Party”). Il quale, per uno strano scherzo del destino, pur trapiantato in Liguria da anni, è originario della Sardegna (Sorso, per la precisione, oltre cento chilometri di distanza da Oristano), proprio come la cartolina. E, incredibile ma vero, da qualche tempo lavora come portalettere per una catena di poste privata, Le Nuove Poste.
Due coincidenze degne del miglior Serendipity in salsa albenganese, che hanno convinto il ventisettenne a imbarcarsi nella missione di portare a compimento il percorso della spedizione. Obiettivo raggiunto in breve tempo. Perché, come vuole il detto, il postino suona sempre due volte, poco importa se a distanza di quasi mezzo secolo. Dopo alcune ricerche, è riuscito nel compito di rintracciare le due “Simona e Silvana”. Ovvero Simona e Silvana Enrico, le due sorelle destinatarie della cartolina che, il giorno in cui fu imbucata, avevano appena un anno di età. E che oggi, grazie alla sensibilità e alla buona azione di Mela hanno ricevuto, con non poca sorpresa, i “tanti cari bacetti e auguri” di quarantaquattro anni or sono.