ChutznikitIsraele: terrore durante la Festa delle Capanne

L’ultimo week-end non è stato facile per i cittadini israeliani, che in questi giorni festeggiano Sukkoth, la "festa delle capanne", una delle tre feste comandate dalla Torah, che dovrebbe essere c...

L’ultimo week-end non è stato facile per i cittadini israeliani, che in questi giorni festeggiano Sukkoth, la “festa delle capanne”, una delle tre feste comandate dalla Torah, che dovrebbe essere caratterizzata dalla gioia per il nuovo raccolto e che ricorda la peregrinazione di 40 anni nel deserto dalla quale gli ebrei sono usciti incolumi.

Questa volta però due attacchi terroristici hanno compromesso i festeggiamenti e la pace nel Paese. Visto che la maggior parte dei media italiani non hanno riportato queste notizie, mi sembra doveroso fare un breve punto della situazione.

1. Venerdì scorso Tomer Hazan, un soldato di 20 anni, è stato rapito e ucciso da un terrorista palestinese. Il soldato conosceva il suo rapitore, con il quale lavorava in un ristorante di Bat Yam, alla periferia sud di Tel Aviv. Il terrorista ha attirato Tomer in Cisgiordania, dove lo ha sequestrato e ucciso sperando di ottenere in cambio del corpo la liberazione del fratello, condannato a 29 anni di carcere per terrorismo. Dal rapimento di Gilad Shalit, riscattato in cambio della liberazione di oltre 1000 terroristi palestinesi, l’esercito e l’intelligence israeliano hanno sventato numerosi tentativi di rapimento di soldati, che i terroristi sperano di usare come arma di ricatto.

2. Domenica un cecchino palestinese ha fatto fuoco su una strada di Hebron, uccidendo un altro soldato israeliano ventenne: Gal Kobi. Il soldato faceva parte delle forze che si trovano a proteggere i fedeli ebrei (circa 10.000) che in questi giorni festivi si recano a pregare presso la Tomba dei Patriarchi. Gli scontri a Hebron sono frequenti, ma l’episodio ha avuto luogo durante un momento di calma.

3. Sebbene non direttamente collegato al conflitto israelo-palestinese, la lotta al terrorismo prosegue anche oltre i confini israeliani. Una squadra di consulenti delle forze speciali anti-terrorismo dello stato ebraico è stata inviata a Nairobi per aiutare le forze keniote nella liberazione degli ostaggi e nella negoziazione con i terroristi Shabaab che da Sabato si sono asserragliati presso il centro commerciale Westgate uccidendo fino ad ora 68 persone e ferendone 175. Fonti israeliane precisano che le persone inviate sono solamente dei consulenti e non combattenti attivamente coinvolti negli scontri.

Questa serie di eventi ha fatto scendere un clima di amarezza su Israele, ma soprattutto di scetticismo nei confronti degli attuali negoziati di pace. Hamas e le altre frange terroristiche palestinesi avevano infatti dato l’ordine di riprendere gli attentati dal giorno di Kippur (lo scorso 14 Settembre) e si prevedono inoltre tumulti venerdì prossimo, anniversario dell’Intifada Al-Aqsa.

Intanto, alcuni ministri israeliani richiedono urgentemente di rivedere l’autorizzazione al rilascio di terroristi palestinesi, precondizione accettata da Israele per riprendere le negoziazioni con l’Autorità Palestinese, portate avanti dal Segretario di Stato americano Kerry. Il Ministro dei Trasporti Yisrael Katz ha infatti dichiarato che questi eventi sono la dimostrazione che il terrorismo palestinese è ancora vivo e attivo e che il governo israeliano resta ancora in attesa di una condanna di questi attacchi da parte del Presidente Abu Mazen.

Ma come sempre, la vita in Israele continua, anche all’ombra dello spettro di una nuova Intifada.

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