Sono “passanti” perché non hanno nulla a che vedere con la produzione, l’acquisto e la vendita di energia elettrica né con il prezzo del combustibile per produrla; chi vende energia li incassa e li passa agli aventi diritto.
Sommati alle tasse, rappresentano più della metà del costo delle bollette, pagate da utenti civili e industriali.
Nel caso specifico, una piccola impresa metalmeccanica del sud, gli oneri passanti pesano per il 45% della bolletta. Il 40% copre produzione e vendita e il restante 15% sono tasse. Il totale della bolletta è di 16.000 € mensili.
1) Corrispettivi per sbilanciamento e dispacciamento
Corrispettivo per l’approvvigionamento delle risorse del Mercato Servizio Dispacciamento
Copertura costi delle unità essenziali per la sicurezza del sistema.
Corrispettivo a copertura dei costi della modulazione della produzione eolica.
Corrispettivo di reintegrazione salvaguardia transitoria.
Costi per la capacità produttiva.
Costi per la remunerazione dell’interrompibilità del carico.
Corrispettivi riconosciuti per il funzionamento di Terna.
Costo per l’aggregazione misure.
2) Corrispettivi per l’uso della rete e il servizio di misura
Costo distribuzione.
MIS – Corrispettivo per la misura.
TRAS – corrispettivo per la trasmissione energia assorbita.
Distribuzione – quota energia.
Distribuzione – quota fissa.
Distribuzione – quota potenza.
3) Componenti A – UC – parte fissa ( indipendenti dal consumo )
A2 – attività nucleari residue
A3 – promozione della produzione da fonti rinnovabili (e assimilate)
A5 – finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo
UC6 – remunerazione dei miglioramenti della continuita di servizio
4) Componenti A – UC – parte variabile (in funzione del consumo)
A2 – attività nucleari residue.
A3 – promozione della produzione da fonti rinnovabili e assimilate.
A4 – finanziamento dei regimi tariffari speciali.
A5 – finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo.
UC6 – remunerazione dei miglioramenti della continuità di servizio.
AS – corrispettivo per la copertura utenze disagiate.
UC3 – costi per gli squilibri del sistema di perequazione della trasmissione e distribuzione.
UC4 – copertura delle integrazioni tariffarie alle imprese minori.
UC6 – remunerazione dei miglioramenti della continuità di servizio.
MCT – finanziamento per la compensazione territoriale.
UC7 – copertura oneri derivanti da interventi per la promozione dell’efficienza energetica.
Se siete arrivati alla fine della lista, e magari avete l’impressione che alcune voci servano allo stesso scopo, siete promossi e potete continuare.
I curiosi potranno rivolgersi direttamente ad AEEG – l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas – dopo averne letto e compreso le delibere, un’impresa che neppure il prof. Rubbia, con tutto il rispetto, sarebbe in grado di portare a termine.
Sono le delibere di AEEG, la causa della complessità delle bollette! Per costruire un torbido castello come questo, ci vuole un’Autorità che faccia il lavoro sporco traducendo, nel modo più complicato e inaccessibile, quello che altri decidono a Roma.
Ma veniamo al dunque: oltre alla complessità della bolletta e alla disomogeneità dei valori, che vanno da pochi centesimi alle migliaia di euro, l’imprenditore, su 16.000 € della bolletta, paga 4.500 € per la componente A3, 2500€ di imposte e tasse e 2400€ per dispacciamento, sbilanciamento,distribuzione e misura.
Chiediamoci dove vadano a finire tutti questi soldi, perché parliamo di un’inimmaginabile montagna di soldi visto che le PMI non sono poche!
Scopriamo allora che gli oneri passanti si sono trasformati, nel tempo, in cospicue rendite per diversi soggetti, che si sono dati molto da fare. Le lobbies, con la benedizione di AEEG, che loro stesse hanno opportunamente strutturato, hanno assiduamente lavorato per far inserire in bolletta voci a loro esclusivo beneficio.
Tra i tanti fortunati: Terna, che macina utili imperiali, i produttori di energia rinnovabile, che incassano sontuosi incentivi, quelli che ancora incassano, dopo venti anni, le tariffe CIP6; poi ci sono quelli che lavorano nel nucleare, c’è ENEL, che ha installato i suoi fantastici contatori che non funzionano e ENI che segue a ruota, ci sono i petrolieri e quelli che dicono di misurare l’energia, non lo fanno e sono pagati egualmente. Ci sono multiutilities paracomunali che prevedono margini incredibili per i tempi che corrono.
I fortunati, con esclusione dei petrolieri, sono tutti controllati dallo Stato che incassa gli utili. Con le bollette si finanziano quelli che non pagano o pagano tariffe agevolate come le ferrovie; si pagano i lavoratori sardi, abbandonati da Alcoa, le bollette agevolate degli ex-dipendenti dei monopolisti; le bollette dei parlamentari o quelle del Vaticano.
Insomma, ricordate i terremoti nel prezzo della benzina? Identico schema per l’energia elettrica e per il gas ma con una differenza: qui non si penalizzano le gite al mare, qui si uccide il tessuto industriale del paese.
Il dramma è che i balzelli proliferano, a dispetto delle estemporanee dichiarazioni di Zanonato, delle inutili promesse di Passera e di tutti quelli che li hanno preceduti, e le nostre aziende perdono altro terreno rispetto ai concorrenti europei.
Meglio neppure immaginare le devastanti conseguenze che una guerra avrebbe sul prezzo dei combustibili e all’automatica e catastrofica ricaduta sulle bollette.
Gli interventi dell’attuale Governo, oltre agli incredibili favori fatti dal precedente, non portano a nulla e quindi non resta che pagare, sapendo però che i soliti noti, in assenza da decenni di un piano energetico serio, stanno facendo soldi a palate.
Gli ultimi dati di Terna confermano la costante e decisa caduta della domanda che porterà, come accade in Germania, alla chiusura delle centrali. Alcune sono nuovissime e, anche se non producono, le stiamo pagando noi (andate a cercare la voce nella lista e leggete qualche post precedente).
Le ricadute sul settore saranno disastrose ma i fortunati non si preoccupano, altri balzelli, che saremo chiamati a pagare, lo sosterranno nuovamente, per la gioia di quelli che hanno sbagliato ad investire.
Drastiche correzioni non le vuole il sistema degli altri fortunati, le banche, che, in tutti questi anni, hanno camminato sorridenti a braccetto di quelli che sguazzavano, sotto la copertura di governi compiacenti.
Ma c’è un’altra novità: le cospicue rendite di posizione dei fortunati interessano i gruppi stranieri ai quali il governo sta pensando di ricorrere, vendendo pro-soluto le nostre bollette, per la felicità di managers tronfi e incapaci, che manteniamo da decenni e che, a cose fatte, intascheranno anche i bonus per gli ottimi risultati ottenuti.
Il saccheggio è appena cominciato e ne vedremo delle belle. Poi sarà il turno del gas, dove i soliti hanno già cominciato a mettere le mani avanti con le ricerche di petrolio e lo sviluppo dello shale gas voluto dal SEN, Strategia Energetica Nazionale, varato in tutta fretta dal mitico duo Passera – Clini, prima che cadesse il governo dei tecnici, poi subito approvato dai Saggi, ma mai discusso, che permette a Scaroni le uscite di Cernobbio e a Chicco Testa di scrivere all’Espresso, lamentandosi per il fatto che non gli fanno fare affari.
Leggetevi il documento del SEN ! Anche quel documento, così come il modo in cui è stato creato, sono molto istruttivi!
Nel frattempo l’imprenditore/lettore, che mi ha inviato la bolletta e che ringrazio, attende risposte e non le solite vuote dichiarazioni di rito!