No, non è un sondaggio. E’ una domanda che si sono posti alcuni ricercatori di VoteWatch Europe, un think tank che si occupa di rendicontare le posizioni politiche degli eurodeputati e di renderle pubblicamente e facilmente accessibili. Sì, i deputati sono tanti, e il lavoro è duro, ma il risultato sembra essere ottimo, giudicate voi stessi. Questi tre Don Chisciotte che provengono dal mondo del lobbying e dall’accademia hanno deciso che non era abbastanza tenere il conto di tutte le votazioni e di tutte le posizioni di tutti gli eurodeputati nel Parlamento europeo, e hanno quindi ritenuto giusto dare a tutti gli europei (o almeno a quelli che usano una delle cinque lingue disponibili) una piattaforma grazie alla quale connettere le propie opinioni personali in termini di policy con il partito politico o l’eurodeputato che più è in grado di portarle avanti.
Sembra difficile, eppure non è così. Vediamo come funziona. Ah, dimenticavo: si chiama MyVote2014.
La schermata iniziale è molto semplice e user-friendly. Bruxelles, dove ha la sede amministrativa questo progetto, è piena di agenzie che si occupano di creare siti ad hoc di tematiche legate all’Unione europea, e quindi il colore e alcuni elementi sono subito riconoscibili come “europei”, appunto. La società incaricata del design, Latte Creative, ha nel team anche alcuni italiani che si sono occupati, tra le altre cose, dell’iniziativa Riparte il futuro in vista delle elezioni politiche del 2013. La piattaforma permette quindi di iniziare in medias res, dopo aver fornito qualche generale indicazione su età e sesso.
Vengono proposte alcune domande su temi specifici riguardanti i settori più disparati, tra cui istruzione, economia, temi lel lavoro, politica estera, etc. A ciascuna domanda si può rispondere mettendosi nei panni di un eurodeputato, scegliendo quindi se essere favorevoli, sfavorevoli o astenersi. E’ veramente facile finirlo, ci si mette poco tempo, e sulle questioni più spinose vengono date numerose spiegazioni, senza però dire quali eurodeputati avrebbero votato e in che modo, altrimenti il gioco non reggerebbe.
Alla fine, dopo quindici domande ed una breve elaborazione del computer, si può consultare facilmente il partito/eurodeputato/gruppo parlamentare più vicino alle proprie aspettative e posizioni politiche, senza vere distinzioni nazionali, volendo (e questa è la spruzzata di “federalismo” che fa sempre bene).
Ci sono anche altre utilizzi, ad esempio statistiche aggiornate su tutti coloro che hanno già provato la piattaforma. Non li svelo, ma il lavoro svolto dal team è notevole. Qui si può seguire (con qualche giorno di ritardo) la presentazione ufficiale di MyVote2014 a Bruxelles.
Quali i pro e quali i contro per questo progetto? I primi sono facili da individuare: riduzione del gap informativo nei cittadini europei, (ri)avvicinamento alle istituzioni, democrazia semi-partecipativa, aumento della consapevolezza al momento del voto. Come insegna Alan Gerber e come direbbero gli Afterhours, “ci sono molti modi” per portare i cittadini alle urne, ma pochi possono davvero dirsi efficaci. Tutto dipenderà dall’esposizione mediatica del progetto, non c’è bisogno di dirlo: e qui si arriva ai “contro”.
Dell’europeismo retorico son piene le fosse: basterebbe questo a scoraggiare nell’impresa. Eppure, l’ambizione questa volta non è calibrata su gonfi proclami, discorsi stantii e movimentismi simil-flash mob. E’ un qualcosa di serio, costruito bene, insomma un bel prodotto. C’è chi ha convinto qualcuno ad andare a votare per molto meno.