Da Lampedusa una Giornata Europea per i Migranti

  Nella tragedia di Lampedusa, c'è un dato che risulta con grande limpidezza rispetto ad altri. E' la contraddizione tra l'inadeguatezza della politica e la generosità dei cittadini. Da un lato, u...

Nella tragedia di Lampedusa, c’è un dato che risulta con grande limpidezza rispetto ad altri. E’ la contraddizione tra l’inadeguatezza della politica e la generosità dei cittadini.

Da un lato, una politica vaniloquente produce leggi prive di buon senso, prima ancora che di umanità. Come per esempio, quelle che attribuiscono la patente di illiceità ad una condizione umana (nella specie, quella di clandestino). O che immaginano che uno straniero possa arrivare in Italia con un lavoro in tasca. La Bossi-Fini è il classico provvedimento manifesto che peggiora le cose: criminalizza gli immigrati, burocratizza la gestione del fenomeno, sovraccarica le prigioni. Poco o nulla si è fatto, invece, per intervenire alle radici del fenomeno. Né sul piano diplomatico, dove manca una politica degli accordi sui flussi e dei controlli alle frontiere. Nè sul piano umanitario, dove potrebbe farsi molto di più per creare dei canali di passaggio e di smistamento. Nè sul piano dell’intervento in mare, perché non può essere un caso se la forza pubblica arriva sempre dopo la tragedia per raccogliere i cadaveri e mai prima, appena gli scafi si affacciano all’orizzonte.

Dall’altro lato, c’è una popolazione che soccorre. Comuni bagnanti che accorrono per aiutare i profughi, creando una catena di accoglienza. Pescherecci non proprio equipaggiati per operazioni di salvataggio che intervengono per evitare danni peggiori. Associazioni che offrono i primi aiuti, vestiti, coperte, pasti caldi. La storia di questi attracchi più o meno fortunati, più o meno tragici è fatta anche di questi gesti generosi, spesso spontanei e disorganizzati. Gesti semplici, animati da sentimenti immediati di condivisione e di apertura. Ma anche da quel senso di responsabilità e di giustizia che non si trova più nell’azione delle istituzioni.

Proprio per questi motivi, come il 1° maggio per l’eccidio di operai e anarchici a Chicago o il 2 agosto per l’attentato alla stazione di Bologna, la data della strage di Lampedusa dovrebbe diventare, per l’Italia e per l’Europa, la data di una celebrazione civile perenne. Una Giornata Europea dedicata all’accoglienza e ai diritti dei migranti di ogni terra e di ogni tempo, in occasione della quale aggiornare le politiche adottate e verificare i risultati conseguiti. Non soltanto memoria, dunque. Ma raccolta e condivisione di informazioni, numeri, buone pratiche sul fenomeno, con il coinvolgimento di soggetti istituzionali e cittadini attivi, per sviluppare insieme azioni comuni. Speriamo davvero che tra tanti discorsi ci sia qualcuno disposto a farsi carico di un’iniziativa del genere.

@vittorioferla

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