Per le vie di Milano si aggira uno strano detective. E’ sulla sessantina –portati benissimo- e dicono che somigli molto a Frank Zappa. Usa una trasmissione radiofonica per risolvere i suoi casi e frequenta uno strano nugolo di personaggi: giornalisti in bolletta, prostitute raffinatissime, vecchi arnesi della sinistra extraparlamentare, poliziotti dal volto umano, stranieri cosi integrati da nebulizzare ogni teorema leghista. In giro, però, si fa vedere poco volentieri. Troppo clamore, da quando Matteo Lunardini, giornalista dal palato fine e grande innamorato di Milano (soprattutto una bella persona), ha deciso di raccogliere le sue avventure in un libro, “I Fantasmi dell’Arena”, che esce oggi per Milieu, casa editrice specializzata in mala, loser e personaggi maledetti. Lo agganciamo su Skype, Ruggero Casipolidis, in arte Zappa: perfino lui ci passa le notti ascoltando fonti e cercando casi da risolvere. Un po’ per tenersi sul pezzo, un po’ per scavallare la terza settimana.
Caro Zappa non faccia il giovanilista. Per radio sembra nostalgico e poi la si incontra per social network. Come la mettiamo?
Lo sapete come è andata… Io in verità non volevo raccontare le mie storie, gli ascoltatori di Krimilania, la mia trasmissione, hanno tanto insistito: “dai, Zappa, scrivi qualcosa sulla tua vita e sulle tue indagini”. Che poi sono indagini su Milano. Ed eccomi qui… ora sono anche su Facebook, mi dicono. Strano.
Milano è tante cose assieme, miseria e nobiltà a distanza di pochi isolati, inclusione e indifferenza in misure simili. Dal punto di vista della mala è l’università del crimine e dell’anticrimine (quest’ultima è di Piero Colaprico, ndr). Che storie racconta lei? A quale parte della città si rivolge?
Milano non è uno scherzo, bisogna partire da questo presupposto. Tutto comincia e finisce qui, dal fascismo all’antifascismo, dalla strategia della tensione alle Brigate Rosse, dal gangsterismo alla mafia imprenditrice, dalla telecrazia a quel che sarà. Per questo bisogna monitorarla giornalmente. Vedere e memorizzare ogni piccolo cambiamento. Nella gente, nei costumi, nelle strade. E ovviamente nel concetto di crimine. Infilo le mani in tutti questi mondi diversi.
Lei sembra più vicino – non solo per ragioni anagrafiche- alle atmosfere di una certa criminalità, che si chiamava “ligera” e che aveva una filosofia non scritta ma chiarissima: mai un colpo di pistola inutile, puntare sempre ai soldi, in fondo perfino una certa etica. Poi vennero i gangster e oggi la zona grigia: come si trova ad indagare in questa città che sembra scolorita anche dal punto di vista criminale, sempre più connessa al denaro?
Altri tempi, quelli della “ligera”. Allora svaligiare una banca era un gioco da ragazzi e soldi in giro ce n’erano pochi. I pionieri della rapina godevano di un’aura di mito, anche perché erano radicati sul territorio. È stato negli anni ‘70, quando avevo 20 anni, che i gangster sono diventati più cattivi, e la gente ha cominciato ad avere paura. Si sparava facilmente, c’erano i sequestri. Già girava l’eroina e si affacciavano le mafie. Che ovviamente oggi spadroneggiano. Perché vede, caro Paolo, oggi è molto difficile riconoscere un malavitoso di alto livello. Non hanno più il sigaro in bocca, non parlano più il linguaggio della “ligera” o il siciliano. Stanno intorno a noi, e fanno milioni di euro che poi riciclano. Si è mai chiesto il perché di tanti “Compra oro”?
L’Arena Civica è un gioiello, è il più antico stadio d’Europa che veniva usato per le battaglie navali e per le partite di Inter e Milan, poi col tempo -escluso qualche bel concerto- è arrivato il declino. “I Fantasmi dell’Arena”, oltre a raccontare una brutta storia, serve anche a ricordare ai milanesi tutta la bellezza di quel luogo?
Quella dei ‘Fantasmi’ è una storia molto triste, che in un primo momento non volevo raccontare. Una ragazza è stata uccisa nella Facciata delle Carceri dell’Arena. Sono stato io a trovare il cadavere, e forse avrei anche potuto salvarla, se solo fossi arrivato un minuto prima. Non ci ho dormito la notte. Per giorni ho sognato tutte le tragedie che nel tempo si sono verificate in quell’anfiteatro. La Legione Muti, la partita della vergogna, il malvagio Bolza… Allora ho deciso di descrivere nel libro quei miei incubi. Che, è vero, si sono verificati in uno dei posti più incantevoli di Milano.
Posso garantirlo: la radio ha molto di terapeutico. Come entra nelle sue indagini?
Qualche anno fa ho deciso di aprire un’agenzia investigativa, la “Zappa Investigazioni”, e di tenere una trasmissione radiofonica, “Krimilania”. L’idea era quella di usare l’una in funzione dell’altra: l’etere per raccogliere indizi, l’agenzia per verificarli. Un’idea grandiosa? Affatto. Perché nessuno vuole che i propri fatti siano spiattellati via radio. E i miei clienti si sono via via assottigliati, limitandosi a quelli che non possono pagare… Così a “Krimilania” si parla di Milano, ma nei libri le storie ci sono tutte. Certo, coi nomi cambiati: non potrei permettermi le spese di una causa.
Un posto imperdibile nella sua Milano.
Io sono nato a Baggio, è il mio quartiere, ci sono molto affezionato. Anche perché i baggesi parlano un loro milanese (il migliore del mondo), hanno loro usanze e vivono in un vero e proprio borgo con tanto di centro cittadino. Però mi sentirei troppo campanilista se rispondessi partendo dall’organo di Baggio. Quindi, rispondo con una non risposta. Milano è imperdibile nella sua totalità, e non tanto da un punto di vista turistico, ma perché è un crocevia della storia e chi ci arriva ne viene viene cooptato. Se gli va male può anche diventare un dittatore, oppure se gli va bene un Santo: è successo a Mussolini e ad Ambrogio, quello della Basilica.
Che effetto le ha fatto leggere le sue avventure in un libro? Matteo Lunardini ha fatto un buon lavoro?
Cosa vuole che le dica, caro Paolo. Fa tutto abbastanza schifo oggigiorno. Per fare un buon lavoro ho dovuto strigliare così tanto il Matteo che mi ha chiesto i danni… Per risarcirlo dovrò vendere la mia Vespa (ridono anche i baffoni, ndr). A parte le mie storie, la vera protagonista del libro è Milano, i suoi lati oscuri e quelli pieni di luce. E la Zappa Investigazioni, che anche stavolta ha lavorato benissimo.
PS. Matteo Lunardini e Roger Zappa aspettano i lettori Giovedi 10 Ottobre all’Arena Civica di Milano. SI presenta “I Fantasmi dell’Arena”. Appuntamento alle 1830, ne vale la pena: in questo romanzo l’assassino non è il maggiordomo.
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