Messaggio per le aziende: volete sponsorizzare uno sport? Non pensate al calcio. In quell’ambito si ha visibilità, ma solo all’interno di una tifoseria ben definita. Tutte le altre, vi odieranno.
Piuttosto, pensate al ciclismo. Che invece è uno sport che unifica tutti sotto le stesse insegne.
Questo invito implicito è di Alberto Balocco, titolare della omonima azienda dolciaria – e sponsorizzatore di sport dal 2008. Lui ha provato a mettere il proprio nome sulla maglia di una squadra di calcio, la Juventus, poi è passato al ciclismo, apparendo sulla maglia rosa del Giro d’Italia. Sa di cosa parla.
Va detto che la fonte di questa notizia è perlomeno interessata: la Gazzetta dello Sport, cioè il giornale che fa parte del gruppo Rcs che è anche l’organizzatore del Giro d’Italia di ciclismo. L’intervista a Balocco è stata pubblicata oggi 9 ottobre a firma di Luca Gialanella, e segue l’evento del 7 ottobre in cui è stata presentata l’edizione 2014 del Giro medesimo.
Balocco, però, aggiunge dei dati interessanti: «Da 60 mesi consecutivi cresciamo di 1 milione di euro di fatturato al mese, e con il Giro abbiamo aumentato le assunzioni dell’8%». In sintesi, nel 2008 Balocco era un’azienda che fatturava 60 milioni di euro, perlopiù nel periodo natalizio. Oggi fattura 150 milioni e i prodotti natalizi costituiscono meno della metà dei suoi introiti, che provengono in maggioranza dai prodotti per la colazione.
Sponsorizzare una squadra di calcio ha dato il via alla crescita, ma poi si è dovuti passare al ciclismo. Dice Balocco: «La Juventus è la prima squadra in Italia, ma sponsorizzarla vuol dire essere identificati come parte di quel nome. Il ciclismo invece è di tutti. Ci ha portato nelle piazze dell’Italia più vera, quella dei paesi sconosciuti».
Tutto ciò non è soltanto un fenomeno italiano. Vale perlomeno anche in Francia, dove l’Ag2r, una società di assicurazioni, ha speso nel 2013 circa 10 milioni di euro per mettere il proprio nome sulle maglie di una squadra ciclistica, ma ha avuto un’esposizione mediatica equivalente a quasi 10 volte tanto: 95,3 milioni.
E questo nonostante la stagione del ciclismo di vertice sia più breve rispetto a quella del calcio, che riempie le pagine dei mass media anche nei mesi in cui i campionati sono fermi. Il sistema del ciclismo gode di copertura quotidiana nei mesi di fine primavera/inizio estate, in concomitanza con i grandi giri (il Giro d’Italia 2014 si disputerà dal 9 maggio al 1° giugno, il Tour de France nel mese di luglio) mentre è molto più diluito nel resto del tempo.
C’è da rifletterci.