Pensiero liberoIl matrimonio Atm-Trenord non s’ha da fare

Ho riflettuto a lungo e ho soprattutto letto i numeri e studiato le altre realtà europee dopo le dichiarazioni di intenti per una possibile fusione tra Atm e Trenord. Il risultato di questo mio per...

Ho riflettuto a lungo e ho soprattutto letto i numeri e studiato le altre realtà europee dopo le dichiarazioni di intenti per una possibile fusione tra Atm e Trenord. Il risultato di questo mio peregrinare è un ‘no’ molto convinto a questo progetto. La giustificazione per questa operazione è la futura economicità, i risparmi e da parte di Maroni la macroregione. La macroregione è una prospettiva leghista che non mi convince e non mi interessa. Ma analizziamo i numeri: Atm ha 9300 dipendenti e porta a spasso 2,3 milioni di passeggeri ogni giorno, Trenord ha circa 4mila dipendenti e ogni giorno scarrozza 600mila persone. In Europa non vi è nessun esempio di commistione tra trasporto urbano e trasporto ferroviario. Trenord non brilla certo per efficienza e i pendolari ben lo sanno purtroppo. Il trasporto urbano e quello ferroviario hanno esigenze molto diverse. Quindi, il rischio è quello di dare vita ad un ennesimo carrozzone che partirebbe già con numerose contraddizioni industriali di ben difficile soluzione. La tanto sbandierata migliore efficienza risulterebbe ben presto una chimera, anzi vi sarebbe, con tutta probabilità, un peggioramento del servizio. 13mila dipendenti sono troppi per un’azienda unica: le sovrapposizioni e i doppioni non si conterebbero. Quindi, è certo che si procederebbe a una drastica riduzione del personale. Con un’unica azienda ci troveremmo in una condizione di monopolio e di conseguenza in un’assenza di competitività. Ciò porterebbe inevitabilmente a un aumento del costo del trasporto. Vincerebbe una stretta logica aziendale e non quella al servizio dei cittadini. Atm sarebbe ovviamente quella a perderci di più e soprattutto Milano e la sua provincia potrebbero essere danneggiate. Sicuramente questa fusione non aiuterebbe la futura Città metropolitana, anzi la priverebbe di una sua eccellenza. Comunque, per un passo così importante andrebbe aperto un ampio dibattito tra i cittadini e le forze sociali.

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