C’è un limite. E quando un manager viene indagato per non aver previsto il rischio di lancio di sassi da un cavalcavia quel limite è superato. Il manager in questione è l’ad di Ativa, Luigi Cresta; il pm che lo ha indagato è Raffaele Guariniello. Città del fattaccio: Torino. Non me la prendo con il pm Raffaele Guariniello: lui fa il suo lavoro. Senza egocentrismi e senza manie di protagonismo. Non è il tipo. E poi figuriamoci se un pm che ha così a cuore il tema del lavoro si mette a perdere tempo dietro un’assurdità del genere! Evidentemente non poteva fare altrimenti. La legge gli imponeva di procedere in quel modo.
Leggendo questa notizia, però, i manager, gli industriali, i lavoratori e tutti quelli che ci tengono all’economia di questo Paese dovrebbero indignarsi e dire BASTA. Basta ad un sistema che persegue chi costruisce anziché chi distrugge. BASTA ad un sistema che condanna i manager per incidenti sul lavoro che neanche il più sofisticato software statistico può prevedere. BASTA ad una Confindustria, e ad altre organizzazioni, che per non apparire filo berlusconiane non dicono quanto realmente è grave la situazione della giustizia in Italia. BASTA, e lo dico naturalmente riferendomi alla magistratura in generale e non al pm specifico, ad una totale assenza di responsabilità civili e politiche. E’ logico: se non ci sono responsabilità c’è irresponsabilità.
L’altro giorno ero su Facebook e sono rimasto colpito da un’inserzione a pagamento. L’inserzione era la seguente:
Forse sono sciocco. O forse sono poco lungimirante. Ma che che bisogno ha l’ANM (associazione nazionale dei magistrati) di cercare consenso su Facebook? Che bisogno ha di piacere alla gente? Non dovremmo essere tutti amanti della giustizia? E allora a cosa puoi servirgli il consenso politico? A cosa servono quei like? A voler pensar male – il cielo ce ne scansi – verrebbe da dire che l’ANM vuole esprimere un peso ancor più forte nella vita pubblica italiana. A pensar male. Anche perché non è proprio nelle corde dell’ANM interferire nella vita pubblica italiana.
E allora cari Capi di Stato, di Governo, di Partito, di Azienda, di associazioni di categoria, di sindacati e di associazioni del quartiere, è venuto il momento di affrontare la questione giustizia in maniera seria e indipendente. Indipendente da pregiudizi, ma soprattutto indipendente dagli aut aut di chi, costituzionalmente, deve sottostare alle leggi dello Stato. La magistratura è un organo indipendente, non onnipotente. Viva l’Italia, Viva la Repubblica, Viva l’Indipendenza della Politica e della Magistratura.