E’ la più grande tragedia dell’immigrazione nelle acque del Mar Mediterraneo, quella consumatasi ieri mattina all’alba nel pezzo di mare di fronte all’isola di Lampedusa. L’ennesimo viaggio della speranza, trasformatosi in viaggio verso la morte. Oltre 300 gli immigrati provenienti da Libia, Eritrea e Somalia – uomini, donne e bambini – che hanno perso la vita tragicamente a poche centinaia di metri dall’Isola dei Conigli. Solo 151 i sopravvissuti. I superstiti raccontano che alcuni loro compagni di viaggio avevano acceso una coperta sul pontile del barcone per segnalare la loro presenza ai pescherecci e alla guardia costiera al fine di ricevere aiuto e soccorsi. Il pontile però, intriso di carburante, ha subito preso fuoco e si è scatenato l’inferno.
Crocevia e luogo di approdo di migranti provenienti da tutto il mondo, dove solo pochi mesi fa Papa Francesco simbolicamente depose una corona di fiori per ricordare le tante, troppe vittime, che proprio in quel mare hanno trovato la morte mentre inseguivano il sogno di un’esistenza libera e più agiata; fuggendo da guerre fratricide, povertà e miseria. “Vergogna. All’origine di tutto c’è la mancanza di rispetto per l’uomo: è lì il male che provoca l’inumana crisi economica che ci colpisce, così come il dramma dei profughi. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie. Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle.” Queste le parole del Pontefice a poche ore dalla tragedia; un messaggio condiviso e ripreso anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha più volte sollecitato l’intervento dell’Europa.
Un’Europa che non deve essere solo quella delle banche e della finanza. Un’Europa, al contrario, unita “politicamente”; pronta ad aiutare un suo membro in difficoltà e a trovare soluzioni concrete a questo infinito e tragico dramma dell’immigrazione con lo stesso zelo con cui bacchetta gli Stati se i conti non tornano, se lo spread o il debito pubblico crescono.
Anche il ministro dell’interno Angelino Alfano ha chiesto l’intervento dell’ Europa allo scopo di porre fine a questi strazi che periodicamente colpiscono le nostre coste: “Questa non è la porta dell’Italia ma è la Porta dell’Europa. Questi poveri cristi sono venuti non per restare in Italia ma per attraversare l’Italia ed andare in Europa per trovare libertà, democrazia, benessere e sottrarsi alle guerre. L’Europa deve proteggere questa frontiera e cambiare il regolamento di Dublino: tutto non può essere affidato al Paese di prima accoglienza”. Belle parole che però stridono con il fatto che la legge Bossi-Fini l’abbia votata anche lui; forse un mea culpa sarebbe stato più onesto e dignitoso.
Di diversa natura e peso specifico le dichiarazioni del vicepresidente della Lega Nord alla camera Gianluca Pini: “La responsabilità morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. La loro scuola di pensiero ipocrita, che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei paesi del terzo mondo, ha portato a risultati drammatici come questi. Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. La presidente della camera e il ministro dell’Integrazione, ha chiosato Pini, “hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi”.
Un mare di stupidità.
4 Ottobre 2013