Molti giornali e commentatori hanno sostenuto che, in seguito agli avvenimenti degli ultimi giorni, la carriera politica di Silvio Berlusconi può considerarsi finita e un ciclo ventennale si è concluso. Nessuno può prevedere il futuro e non si può quindi sapere se sarà davvero così. Il dubbio permane anche tra gli elettori. Interrogati al riguardo, il 48% (la maggioranza relativa, ma non quella assoluta) dichiara che “la carriera politica di Silvio Berlusconi è finita”. Ma più di un terzo (36%) afferma il contrario e ben il 16% dichiara di non saperlo proprio. L’insieme dei “no” e dei “non so” fa dunque 52%, che ancora non condivide l’ipotesi che l’avventura politica del Cavaliere sia terminata. Naturalmente, le convinzioni variano in misura significativa a seconda dell’orientamento politico. Tra gli attuali votanti per il Pdl, la netta maggioranza (82%) è, come ci si poteva aspettare, convinta che Berlusconi non sia affatto finito. Tra i votanti per il Pd e per il M5S, la distribuzione delle opinioni è opposta e più dell’80% ritiene che Berlusconi sia finito. Ma vi è, tra gli elettorati di entrambi i partiti, un 13% che ritiene il contrario.
Resta il fatto che l’atteggiamento verso Berlusconi è comunque cambiato nelle ultime settimane. La maggioranza (quasi due terzi) degli italiani è convinta che, quando verrà il momento, i senatori dovrebbero votare per la decadenza di Berlusconi. Anche se la netta maggioranza degli elettori attuali del Pdl/Forza Italia – che pure ha subito una drastica diminuzione di consensi nell’ultima settimana – è stretta attorno al proprio leader: solo l’8% ritiene che dovrebbe decadere da senatore. Ma tra i “delusi” del Pdl/Forza Italia, coloro cioè che si sono allontanati dal partito in questi ultimi giorni, la maggioranza, il 56%, è per la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Ciò che suggerisce un vero e proprio abbandono, anche sentimentale del partito.
All’interno del Pdl si profila dunque una frattura che divide soprattutto chi è restato e i molti (il Pdl viene stimato oggi attorno al 20%) che se ne sono andati. Se si domanda, ad esempio, quale sia stato l’effetto degli avvenimenti di questi giorni sul sostegno al partito, si trova che per il 48% dei votanti attuali è addirittura aumentato, mentre tra i delusi, l’82% dichiara che il sostegno al Pdl è diminuito.
Gli atteggiamenti verso il governo
Il governo continua a mantenere una buona base di fiducia. A seguito degli avvenimenti degli ultimi giorni, per il 14% la fiducia è aumentata e per il 33% rimane positiva come lo era prima. Nel complesso, quindi, il 47% degli italiani ha fiducia nel governo. Va detto tuttavia che una percentuale ancora maggiore, il 16% della popolazione, dice invece che la sua fiducia nel governo è diminuita. Si tratta per lo più di elettori del Pdl/Forza Italia, tra i quali ben il 21% afferma che il proprio consenso nei confronti dell’esecutivo si è eroso proprio in questi ultimi giorni. Costoro corrispondono a quanti, nel Pdl, rimangono nettamente contrari alla “svolta” di Berlusconi: circa un quinto dell’elettorato attuale del partito.
La fiducia negli uomini politici
La lotta tra Renzi e Letta prosegue, almeno nei sondaggi, senza esclusione di colpi. Secondo l’ultima rilevazione, Renzi, con un consenso pari al 59%, batte Letta che è fermo al 57%. Ma la differenza è così esigua da poter essere imputata, almeno in parte, al margine di approssimazione statistica. Segue, con una crescita notevolissima a seguito degli ultimi avvenimenti, Alfano, che si colloca al terzo posto, con il 45% di consensi.
Berlusconi precipita nella graduatoria, mantenendo tuttavia il 22% di consensi. Si tratta dello zoccolo duro consolidato, che lo segue con simpatia in tutte le vicende, positive o negative.