Una figlia come teRitorno al futuro nel giorno dei Maker (e di Lampedusa)

Ha senso parlare di innovazione senza sostenibilità? Probabilmente non più. Anche per questo la Rome Maker Faire, la prima edizione europea della "fiera dell'innovazione economica del futuro" (cos...

Ha senso parlare di innovazione senza sostenibilità? Probabilmente non più. Anche per questo la Rome Maker Faire, la prima edizione europea della “fiera dell’innovazione economica del futuro” (così l’ha definita uno degli organizzatori Riccardo Luna), non lascia da parte l’ambiente e l’ecologia.

Tantissime le idee e i prototipi dal risvolto “green” – sono più di 200 i progetti in esposizione – a dimostrazione che la Terza Rivoluzione Industriale passa anche e soprattutto per la riduzione dei consumi, l’efficienza nell’impiego dell’energia, il riuso e il riciclo creativo di piccoli grandi oggetti che solo pochi anni fa avremmo considerato morti.

I Maker – chiamateli pure inventori – dicono che questa è la vera democrazia: il progresso alla portata di tutti, accessibile ed economico. Nella realtà quest’idea (una rivoluzione?) si traduce nella stampante 3D di case d’argilla; nell’automobile open-source che viene consegnata in quattro scatoloni come un mobile d’Ikea e può essere spedita e montata self-service a Roma come a Ho-chi-minh City o nel più sperduto villaggio dell’Africa, che non deve più accontentarsi delle vecchie auto dismesse dai cittadini di qualche ricco Paese dell’Occidente.

Oltre alle invenzioni, la Rome Maker Faire mette in mostra soprattutto l’entusiasmo. Quello più navigato di Bruce Sterling, che ci ricorda di liberarci della vecchia idea di “prodotto” (convenzionale, dice lui), che risponda solo ai requisiti di utilità e profittabilità economica. Quello ancora fresco del giovanissimo Joey Hudy, l’adolescente di Phoenix, Arizona, che ha stupito niente meno che Barack Obama con il suo cannone spara marshmallow.

Peccato solo che questa giornata sia arrivata proprio nel giorno della strage di Lampedusa. Un giorno in cui sembra inutile parlare di futuro visto che la Sicilia ha i numeri di Ellis Island a inizio secolo. Oggi che sembra siamo ancora fermi a cento anni fa.

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