Alle volte camminare al fianco della persona giusta al momento giusto ti può svoltare la vita. Nel caso di Rosy Bindi, la persona è il compianto Vittorio Bachelet e il momento è quello in cui lo fecero secco.
Oltre ad essere uno dei primi avvenimenti citati sulla sua pagina di Wikipedia, è anche l’unica ragione per cui Rosy sia riuscita a ricoprire i ruoli che ha ricoperto.
Oggi la Bindona nazionale, tutta casa, chiesa e dirigenza del PD è stata eletta presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Fa molto ridere, perché è un po’ come se avessero eletto me imperatore supremo della galassia e del Canton Ticino, ossia un ruolo per il quale non ho nessuna competenza di nessun tipo.
Rosy Bindi in fin dei conti è un jolly. Ha studiato scienze politiche e diritto amministrativo, poi è stata in parlamento alla commissione esteri, affari sociali, ambiente, politiche dell’unione europea, vigilanza sull’attività di documentazione (si, esiste davvero). Ha anche fatto il ministro della sanità e della famiglia.
Insomma tutte cose legate da un chiarissimo filo logico, un medley senza senso come le 7 canzoni della sfida finale di Sarabanda o un porno con milf, giraffe, nani di colore, adolescenti senza tetto e un cartonato di Jessica Rabbit con un buco all’altezza dell’inguine.
Forse in parlamento non c’era rimasto nessuno di più qualificato per svolgere quel ruolo. Ne è probabilmente un indizio il fatto che l’unico contendente fosse il grillino Luigi Gaetti, che fino a qualche mese fa faceva il medico specialista in anatomia patologica e il suo contatto più ravvicinato con la mafia sarà stato quella volta che ha visto Il Padrino 3 in VHS a casa in vestaglia e pantofole.
A saperlo prima, già che c’ero, mi candidavo pure io. Nel 2008 ho giocato per 60 ore a Grand Theft Auto 2 e sono da sempre un grande fan di Scorsese.
Francesco Salonia
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