Calabria, Lombardia, Toscana, Campania e Puglia: queste sono le cinque regioni su cui gli hacker di Anonymous hanno messo le mani arrivando dentro mail e computer dei presidenti di Regione. Il primo della lista a cui è stata dedicata la particolare “visita” è stato il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, la cui maggiore preoccupazione probabilmente non è di certo il rlascio dei file contenuti nel pc del palazzo della Regione. Tuttavia il contenuto dei mille file messi in rete e sottratti dal computer di Peppe Scopelliti è uno spaccato interessante degli interessi e delle attività di uno dei futuri politici di rilievo nazionale del Popolo della Libertà.
Sicuramente Scopelliti è un buon collezionista di atti giudiziari, e il contenuto del suo hard disk lo testimonia. Infatti oltre a delibere, richieste di finanziamento di assocaizioni, rassegne stampa e carteggi con i colleghi, fanno bella mostra di sè alcune carte interessanti. Tra i cira 400 megabyte di file si trova un rapporto della Dia di Milano che racconta dei rapporti tra i Los Zetas (il cartello sudamericano che gestisce la droga e che ha uno tra i gruppi di fuoco più pericolosi di tutto il mondo) e la ‘ndrangheta calabrese, che porta interessi comuni nei paesi dell’est Europa come Ucraina, Albania e Repubblica Ceca le zone d’interesse dell’unione tra le due organizzazioni, con diversi nomi segnalati (quello del clan Bevilacqua) e nel quale si sottolinea come la mancanza di collaborazione e la carenza di mezzi non permettano di stroncare queste operazioni, che vanno dalla tratta di donne alla droga. Traffici che, secondo un report della DIA, classificato come “restricted” possono puntare su un basista eccellente: un ministro ucraino, che sarebbe in buoni rapporti con Giampaolo Bevilacqua, collega di partito dello stesso Scopelliti, arrestato a luglio scorso per i suoi rapporti con la cosca di Lamezia Terme. Lo stesso Bevilacqua, ex vice-presidente della società che gestisce l’aeroporto di Lamezia Terme, ha preso le distanze da quel rapporto della Direzione Investigativa Antimafia di Milano, e non ha potuto fare a meno di chiedersi perché mai un presidente di regione fosse in possesso di un documento del genere.
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Dopo la nota della DIA di Milano indirizzata all’Interpol tra i file non si può non notare anche il frontespizio dell’interrogatorio effettuato negli uffici della Direzione Investigativa Antimafia di Milano a Nadia Dagrada, segretaria della Lega Nord, sentita nell’ambito dell’inchiesta “Breakfast” che da Reggio Calabria ha coinvolto l’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito.
Il presidente di Regione Calabria, che deve risolvere anche grane tribunalesche legate alla condanna in appello per omissione d’atti d’ufficio riguardo la messa in sicurezza e la bonifica della discarica di Longhi-Boveto, e il processo sul bilancio del comune di Reggio Calabria, dove Scopelliti fu sindaco prima di approdare in regione, dove è imputato per abuso d’ufficio e falso ideologico, non commenta il possesso di quelle carte, rivendicando la sua trasparenza e buona fede.
A completare la serie dei file vi sono dei carteggi sul “piano di rientro”, richieste di indennità aggiuntive dei manager regionali e anche un verbale di perquisizione riguardante gli uffici della Selex Service Managment, la società della galassia Finmeccanica finita sotto inchiesta per l’aggiudicazione del progetto Sistri.