Mercato e LibertàContro l’Unione Europea, e soprattutto contro i No Euro

Giorni fa la mia attenzione è stata indirizzata verso i No Euro. Ho dato una rapida letta a varie fonti, e non ho trovato niente che valesse la pena studiare: i No Euro, come gli oppositori al gove...

Giorni fa la mia attenzione è stata indirizzata verso i No Euro. Ho dato una rapida letta a varie fonti, e non ho trovato niente che valesse la pena studiare: i No Euro, come gli oppositori al governo Monti, hanno la tragica capacità di risultare peggiori di ciò contro cui protestano, lamentandosi del fatto che le politiche potrebbero essere ben peggiori di quelle europee o montiane.

Per fortuna il Foglio ha pubblicato in tre puntate un saggio del Professor, nonché ex ministro durante la Prima Repubblica, Giuseppe Guarino. Sono in disaccordo sia con le politiche di integrazione ‘politica’ europea che con i ragionamenti di Guarino, ma a differenza dei No Euro, ho trovato argomentazioni interessanti di cui discutere.

L’articolo di Guarino può essere riassunto in quattro tesi:

* L’UE, con un regolamento del 1997 (il 1466/97) ha rafforzato, in maniera poco ‘lodevole’ dal punto di vista legale e democratico, i vincoli dei precedenti trattati, come Maastricht, creando un euro eccessivamente rigido contro il debito pubblico.

* Siccome le politiche fiscali sono un motore di crescita, l’aver vincolato il debito pubblico ha creato un deficit di crescita dell’intera Europa rispetto al resto del mondo.

* L’UE è una caricatura di democrazia la cui struttura ha l’effetto di esautorare non solo i governi ma anche i cittadini, attraverso istituzioni autoreferenziali e ‘lontane’.

* Per uscire dall’eurocrisi occorre creare una mini-unione che includa soltanto i paesi più deboli. Non si fanno nomi, ma la mini-unione dovrebbe includere, da quel che ho capito, l’Italia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia e se possibile anche la Francia.

Al di là dei dettagli giuridici su cui non ho niente da dire per mia ignoranza, i miei commenti riguardano la parte economica dell’argomento, su cui discordo. Nonostante ciò condivido l’avversione all’UE e ritengo l’euro co-responsabile dell’attuale crisi, ma per altri motivi.

Nei seguenti articoli esporrò le mie tesi in dettaglio:

* Non è vero che il debito sia motore di crescita (sostenibile), che la politica fiscale, persa quella monetaria, sia l’unica politica economica possibile, e che l’euro sia ‘troppo restrittivo’. È poi falso che l’euro sia stata la causa della scarsa crescita europea negli ultimi decenni.

* Le critiche all’UE basate sul concetto di sovranità si basano sull’idea illiberale, e infondata, che uno stato liberato da ogni vincolo faccia l’interesse della sua popolazione, e che quindi consentire allo stato di indebitarsi e inflazionare senza vincoli serva al paese.

* Sebbene l’euro sia stata una condizione necessaria per la crisi attuale, i No Euro, fissati con l’inflazione e il debito, non sono un’alternativa. Rimane però difficile immaginare un euro che funzioni: ci proverò.

* L’espansione dell’Unione Europea è un problema, ma esistono alternative che salvino i pochi bambini (il libero movimento di persone, merci e capitali) e non la tanta acqua sporca (la PAC, l’ESM, gli euroburocrati…)? Al momento non c’è una visione alternativa, ma un’alternativa diventerà possibile solo se si proporrà una tale visione.

Pietro Monsurrò

@pietrom79

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