Una figlia come te#coworking: così il talento trova ufficio

Per una volta l’idea di comunità non va dal reale al virtuale ma fa il percorso inverso: è l’idea di un giovane imprenditore originario di Brescia, Davide Dattoli, che ha “inventato” una community ...

Per una volta l’idea di comunità non va dal reale al virtuale ma fa il percorso inverso: è l’idea di un giovane imprenditore originario di Brescia, Davide Dattoli, che ha “inventato” una community (in carne e ossa!) di lavoratori talentuosi e pieni di passione per ciò che fanno. Si chiama Talent Garden ed è uno spazio di lavoro in comune (da cui il termine coworking) per professionisti in ambito digitale che decidono di condividere lo stesso ufficio e sfruttare l’occasione per scambiarsi competenze e informazioni. 

“Anche noi seguiamo la filosofia del low budget – spiega Elisa Remondina, Head of Campus del Talent Garden di Brescia – soprattutto se pensi a quanto sono salati gli affitti nelle grandi città. Poi vogliamo essere anche qualcosa di diverso, ci definiamo passion working space”. È la passione, infatti, il driver di questa idea imprenditoriale nata nel 2006 nella baia di San Francisco – a due passi dalla fertile Silicon Valley, per intenderci – e che il team di Talent Garden, o come si definiscono loro “TaG”, ha importato in Italia. “La passione aiuta in qualsiasi ambito, chi sceglie TaG sceglie di lavorare in un contesto di eccellenze che si dedicano con passione al mondo digitale. In Italia, prima di TaG, esistevano altri spazi di coworking; la nostra novità sta proprio nel fatto che si tratti di un ambiente focalizzato su digitale e innovazione”.

Il meccanismo dei “Giardini del talento” è semplice: “Abbiamo uno spazio nel quale affittiamo scrivanie singolarmente o a piccoli gruppi – continua Remondina – con sale riunioni, wifi, aree relax, cucina, una sala eventi e una per la posa fotografica”. Oltre all’affitto delle scrivanie noleggiano lo spazio per feste e allestimenti privati e organizzano eventi legati al mondo del digitale.

Grazie alla condivisione si riescono a tagliare le spese di gestione degli spazi di lavoro: un risparmio non da poco per liberi professionisti che lavorano da solo o giovani start-up che cercano di mettersi sul mercato. “I costi di gestione in una soluzione come la nostra sono fissi e quindi si possono preventivare al centesimo all’inizio dell’anno – spiega l’Head of Campus di Brescia – Chi decide di trasferire il proprio ufficio in uno spazio di coworking lo fa per risparmiare e perché è convinto che solo dal confronto e dalla condivisione si possa crescere professionalmente e umanamente”.

Capita infatti che “colleghi” di TaG mettano insieme competenze e informazioni, si scambino consigli e magari si aiutino con investimenti reciproci: in quel vortice positivo in cui, come si dice, l’insieme vale più della somma dei singoli. “In TaG abbiamo tanti esempi di questo tipo: dallo studente che prima ancora di terminare gli studi apre la partita IVA per iniziare a farsi un po’ di clienti, agli imprenditori che avviano qui una nuova attività oppure alle aziende che scelgono il coworking per un progetto spin-off”.

Il TaG non ha niente a che fare con il più noto strumento dell’incubatore d’impresa. “Noi non finanziamo progetti né pretendiamo percentuali – sottolinea Remondina – diamo semplicemente la possibilità di sviluppare progetti privati in maniera autonoma, senza interferire, semplicemente offrendo un ecosistema fertile e un ambiente piacevole, oltre che una rete di spazi in collegamento tra loro”.

Einstein diceva che il talento è 1% ispirazione e 99% traspirazione. Fatica, impegno, passione per intenderci: tutti fattori di produzione a costo zero.

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