Mettiamo che ogni anno é la solita storia. A Natale intendo.
Si aspettava sempre lo spot della Bauli, quello che faceva “Ba Ba Ba Bauli”, o Franca Valeri e il suo Pandoro Melegatti, oppure Heater Parisi e il suo mandorlato Balocco. Ma non era ancora
Poi arrivava lui, lo aspettavamo come la pistola di uno starter. Come l’inizio di un periodo che si sarebbe concluso con le vacanze, con i cenoni, con la neve nella migliore delle nostre ipotesi. Lo spot della Coca Cola, quello con tutti ragazzi belli, anche un po fricchettoni, con la candela in mano mentre cantavgano la stessa canzone da trent’anni. E chi oggi ne ha più di quaranta quella canzone la conosce a memoria. Ogni singola strofa. Molto più delle bionde trecce e gli occhi azzurri e poi d’estate sulla spiaggia. Vuoi mettere.
…E che poi finiva n un campo largo con tutte le luci delle candele che formavano l’albero di natale.
A quel punto era evidente che la corsa al regalo era lanciata. Grazie alla bibita più democratica del mondo (cit. Andy Wahrol che di cose bizzarre ne ha scritte a pacchi).
Già, il regalo, vero unico e grande incubo di ogni esser umano durante le feste di fine anno. Non tanto farlo, quanto riceverli. Su alcuni anche Amnesty International potrebbe aprire dei dossier…
Cassetti pieni di pigiamo a righine con i bottoncini, che fanno male mentre dormi, armadi riempiti, per i papà, di cravatte o slippini rosso fuoco, per le mamme profumi dozzinali a litrate, per i nonni o gli zii, ripostigli ormai saturi di cavatappi aventi bisogno di una laurea in fisica per capire come estrarre un tappo di sughero. E poi lui, il mitico, l’imperdibile, il meraviglioso pullover della nonna, o della mamma, o della zia. Quello con le renne e la slitta o altro motivo festivo e natalizio, oppure con uno sciatore stilizzato, un gattino impaurito, un cagnolino affettuoso, insomma un vero e proprio monumento al kitsch più sfrenato. Quando un gomitolo di lana e due ferri da calza possono diventare vere e proprie armi di distruzione del buon gusto. Con buona pace dell’ONU.
Chi non ne ha mai ricevuto uno ? Chi non ha mai dovuto, dopo aver scartato il pacco, trasformarsi in un attore brillante degno di un oscar, per non far capire l’orrore di fronte all’abisso della vergogna di doverlo indossare subito. Per provare come vi sta ovviamente….
A meno di non essere Mark D’Arcy, il fidanzato di Bridget Jones che riesce a rimorchiare anche con una renna sorridente sul petto. Ma queste cose accadono solo al cinema. Nella realtà, di fronte al dramma di ricevere queste opere d’arte in lana non siamo mai veramente preparati.
Beh, andando al sodo, cos’hanno pensato i nostri amici della Coca Cola ? Beh, hanno pensato che dopo aver messo i nostri nomi sulle lattine, non sarebbe stato male farci un regalo di natale adatto.
Per questo hanno ideato e messo in linea uno Sweater generator, un sito per creare il proprio orribile maglione di natale. Un vero e proprio concorso alla creazione del maglione più originale.
https://www.cokezero.com/sweatergenerator/#/main/landing
L’idea é molto carina. Giocare sui cliché utilizzandoli in maniera intelligente é sempre una scelta vincente.
Il meccanismo é molto semplice, si entra sul sito, si crea il proprio maglione e se ottiene il massimo dei voti, Coca Cola ve lo realizza e ve lo regala. Se vi va potreste anche chiamarla Nonna Coca Cola.
Almeno, per una volta, quando andrete ad aprire il pacco sapete già la sorpresa che vi aspetta.