«A dir poco deprimenti e indecorose». Così il magistrato, che segue la scandalosa vicenda di malasanità in cui è coinvolta l’attuale Ministro dell’Agricoltura (e Deputato PDL) Nunzia #DeGirolamo, bolla le pratiche di gestione della sanità pubblica effettuate dalla Lady ASL beneventana.
La storia è nota: l’allora deputata Pdl, ora (anche) Ministro, mostrava grande disinvoltura nel governare la ASL di Benevento e modi sbrigativi nell’assegnare incarichi e appalti, pur non avendo alcun incarico ufficiale. Sempre supportata da quel «direttorio» composto dal direttore generale Michele Rossi, dal direttore sanitario Gelsomino Ventucci e dai suoi stretti collaboratori che ancora adesso sono nel suo gabinetto al dicastero, il vicecapo Giacomo Papa e il responsabile del portale web Luigi Barone.
Ormai son di pubblico dominio i «passaggi salienti» evidenziati dai periti, in particolare per quanto riguarda «l’ubicazione degli uffici Asl», dei quali si parlò, in una riunione convocata a casa De Girolamo il 30 luglio 2012.
L’allora deputata riferisce di aver parlato con il sindaco di Airola – «quello è un “intrallazzino”» – e poi dà conto della trattativa in corso per spostare due uffici. Ma soprattutto mostra come sia davvero lei a decidere tutto. E infatti ai dirigenti sanitari ordina: «Che vuole fare? Un paio di cose che stanno a Montesarchio che voi dovreste trasferirgli a Sant’Agata e lui dava la disponibilità dei locali alla Asl ad Airola per mettere queste due strutture. Ovviamente gli ho detto “non si tocca quello di Mimmo Matera” (il sindaco di Bucciano, ndr ) perché per carità, dopo mi devo solo uccidere con quello. E lui dice: “No, io non voglio dare fastidio a nessuno, non voglio togliere niente a nessuno, ciò che c’è di superfluo, ci terrei poi a far sapere alla cittadinanza di inaugurare ciò che voi mi destinate con te e Michele Rossi”. E io gli ho detto: “Guarda questo mi fa piacere se decidiamo di darti una mano in questo senso, ne parlerò con la struttura, con Michele, con tutti. E così via in un interminabile balletto di poltrone, nomine e fiumi di soldi (pubblici).
In sintesi potremmo tranquillamente sostenere che la modalità di con cui veniva gestita la sanità pubblica (!) dalla Signora De Girolamo (coniugata Boccia) era talis qualis quella dei famigerati politici della prima Repubblica, resa ancor più grave per il fatto che questa generazione di (nuovi) amministratori della seconda (e della terza) sono quelli che hanno prosperato sulla promessa di un cambio di passo (e relativa discontinuità) con quelli della prima.
Insomma il Ministro De Girolamo è l’ennesima, sconfortante, dimostrazione che in Italia si cambia sempre per non cambiare mai.