Mosca e Kiev sono ai ferri corti. L’occupazione della Crimea da parte delle truppe del Cremlino non ha di certo giovato alla popolarità di Putin in gran parte dell’Ucraina, ma se c’è una cosa che unisce ancora profondamente i due Paesi, le cui storie si intrecciano continuamente, è la letteratura. A Veliki Sorocintsi, il villaggio dell’Ucraina orientale in cui più di 200 anni fa nacque il grande scrittore Nikolai Gogol, non hanno dubbi: l’autore de ‘Le anime morte’, a lungo conteso da Mosca e Kiev, e’ ucraino, ma anche russo. ”Era uno scrittore russo perché scriveva in russo, ma era sia ucraino che russo”, dice Oleg, 63 anni, mentre attraversa la strada principale del borgo che, neanche a dirlo, si chiama via Gogol. E proprio su questa via, ai cui bordi razzolano le galline, sorge la casa-museo dedicata allo scrittore, quella in cui Nikolai Vasilevich venne alla luce nel 1809. ”Visto che scriveva in russo – spiega Dmitro, di circa vent’anni – non si può dire che Gogol non fosse uno scrittore russo. Ma è nato qui, quindi era anche ucraino. Allora c’era l’impero russo, scrivere nella lingua dello zar gli dava sicuramente più visibilità”. Anche Elena, che di anni ne ha 53, la pensa più o meno allo stesso modo: ”ha vissuto tanti anni a San Pietroburgo – sostiene -, certo che era anche russo, ma è comunque nato qua, e dicono che gli piacessero le canzoni popolari ucraine”. Nella modesta casa-museo non ci sono mobili, ma quadri ispirati ai racconti di Gogol, alcuni risalgono agli anni ’50, altri, più recenti, sono di un artista locale e hanno le didascalie in ucraino. Mentre per le strade del capoluogo di regione, Poltava, risuona soprattutto la lingua di Tolstoi, da queste parti, in aperta campagna, si parlano sia l’ucraino che il russo, a volte mescolando i due idiomi in una sorta di lingua ibrida: il surgik. Del resto lo stesso Gogol conosceva entrambe le lingue, e suo padre, Vasili Gogol-Ianovski, scriveva commedie in ucraino. Ma questo piccolo paesino – in cui Gogol ha ambientato il racconto La fiera di Sorocintsi – è in qualche modo legato anche a un altro grande autore: il padre della letteratura ucraina, Taras Shevchenko, che soggiornò qui nel 1845 come membro di una commissione archeologica, due anni prima che fosse arrestato e poi mandato in esilio per aver dileggiato lo zar Nicola I e la moglie in una sua opera. E viene dall’Ucraina anche uno dei più grandi geni della letteratura russa: Mikhail Bulgakov, che nacque nel 1891 a Kiev. Bulgakov, come Gogol, si sentiva russo e ucraino allo stesso tempo. Era legato alla sua terra d’origine, ed è proprio nella capitale ucraina che ha ambientato uno dei suoi romanzi più famosi: La guardia bianca. Russia e Ucraina continuano comunque a disputarsi la paternità di Gogol. Nel 2009, per i 200 anni dalla nascita, l’allora presidente ucraino Viktor Iushenko lo definì ”un grande ucraino”, pur riconoscendo che ”la sua opera non conosce confini né barriere linguistiche”, mentre l’allora premier russo e ora nuovamente leader del Cremlino, Vladimir Putin, affermò che era ”un eminente scrittore russo che con la sua opera unisce indissolubilmente due popoli fratelli, quello russo e quello ucraino”. I rapporti tra questi ”due popoli fratelli” per ora non sono dei migliori, e anche a Veliki Sorocintsi il monumento a Lenin – considerato un simbolo del dominio di Mosca – è stato imbrattato con il motto nazionalista ”Gloria all’Ucraina” e persino con una croce celtica. Se russi e ucraini adesso sono divisi dalla politica, a unirli nei secoli con un filo rosso restano ancora la letteratura, la storia e i tanti aspetti comuni della cultura. Un filo che ora rischia di spezzarsi.
17 Marzo 2014