Cinquantadue anni di età, latitante da 21. A 18 il primo omicidio e una carriera criminale che lo ha portato ad attraversare indenne guerre di mafia e il periodo dello stragismo mafioso. È Matteo Messina Denaro. Lo Stato lo cerca, e nella sua ricerca magistrati e investigatori si scontrano tra di loro, come nel caso Principato-Messineo: lo scorso anno il Consiglio Superiore della Magistratura, tra i rimproveri mossi al capo della procura di Palermo Francesco Messino, ha inserito anche quello di aver fatto sfumare la cattura di Messina Denaro per un suo «difetto di coordinamento all’interno dell’ufficio della procura». In quest’ottica è infatti opportuno ricordare anche lo scontro tra il procuratore aggiunto Teresa Principato e lo stesso Messineo nel giugno del 2012: in un blitz ad Agrigento che aveva portato a 47 fermi, uno degli arrestati era sotto osservazione del Ros dei carabinieri nell’ambito delle indagini su Messina Denaro. Con l’ordine di cattura, la pista, secondo Principato, sarebbe sfumata.
Gli identikit si sono succeduti nel tempo: da una foto che lo ritrae giovane, forse sulla trentina, ai più recenti in cui appare segnato e invecchiato. Ad aiutare le Forze dell’Ordine nel ricostruire i tratti di “Diabolik” sono alcuni collaboratori di giustizia. L’ultimo identikit in ordine di tempo (pubblicato oggi da La Repubblica) ad arrivare sul tavolo degli investigatori è stato reso noto da poco. Il Gico della Guardia di Finanza ha elaborato al computer l’identikit del boss grazie a una fonte che rivela di averlo recentemente incontrato. Particolare non da poco: il boss non porterebbe più gli occhiali in seguito a una operazione agli occhi che lo avrebbe in parte guarito da una patologia alla retina. Operazione eseguita in una clinica spagnola e confermata agli inquirenti dal medico di Barcellona che lo ha curato.
Alla reception, sostiene il medico spagnolo durante l’interrogatorio, Messina Denaro si sarebbe registrato come Matteo Messina (omettendo dunque il secondo cognome), rilasciando sia la vera data di nascita, sia il luogo di origine: Castelvetrano. Nel frattempo Diabolik tra appalti, in particolare nell’eolico, estorsioni, e operazioni imprenditoriali e finanziarie continua nell’esercizio del suo potere. Un potere, ha accusato di recente Riina nelle sue intercettazioni dal carcere, più per sè stesso che per cosa nostra. Sarà come dice Riina, ma Messina Denaro di certo gode di appoggi, protezioni e divisioni all’interno dello Stato stesso riguardo la sua cattura.