In viaggio con TancrediMuseo

Sono rimasta ferma solo per una manciata di secondi, quei pochi che mi sono bastati per contare almeno 5 profili di Lenin in quella stupefacente tela che è "I funerali di Togliatti" di Renato Gutt...

Sono rimasta ferma solo per una manciata di secondi, quei pochi che mi sono bastati per contare almeno 5 profili di Lenin in quella stupefacente tela che è “I funerali di Togliatti” di Renato Guttuso.  Poi ho ricominciato a correre, da una sala all’altra del museo del Vittoriano a Roma: Tancredi avanti e io dietro, alla nostra destra e alla nostra sinistra un fuga di colori meravigliosi che già la coda dell’occhio ti faceva percepire stupendi. Stupendi per me, ma purtroppo non abbastanza per lui.
Divertito da questo insolito posto in cui avevamo (aveva) deciso di correre, Tancredi non s’è fermato un attimo. Avrei voluto dire Stop al tempo per lasciare immobili, come le tele appese, lui e tutti i fortunati visitatori che si stavano godendo la mostra, così da gironzolare tranquilla a godermi quel trionfo di colori. Ma il tempo e Tancredi non si sono fermati e lí ho capito che era ancora troppo piccolo per quel tipo di passatempo.
Da quel giorno è passato più di un anno e, a dire il vero, a parte il museo dei bambini di Copenaghen (esperimento per fortuna riuscito!), non ho più avuto il coraggio di chiudermi con lui in un posto che anche lontanamente potesse assomigliare a un museo.
Da qualche mese, però, Tancredi ha imparato a colorare bene e, finalmente, da un cassetto ho tirato fuori un album che io e suo padre avevamo comprato per lui a Marzamemi, un minuscolo e favoloso paesino in provincia di Siracusa. Il “Sicilia album”, si chiama così, è una raccolta di disegni in bianco e nero, tutti da colorare, ognuno dei quali ha per soggetto un scorcio rappresentativo, ma non scontato, di quell’isola.  Guarda caso, uno di questi è un mercato, lussureggiante e potenzialmente colorato come solo i mercati siciliani sanno essere. Senza neanche saperlo, Tancredi lì dentro ha trovato e colorato la “sua” Vuccirìa. 

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