Che cosa è successo (e sta ancora succedendo) nella politica italiana dopo la conferenza stampa del Premier di mercoledì? A giudicare dai social quasi un scossa tellurica che sta sconvolgendo pensieri e prassi consolidate.
Ci sono quelli di centrodestra inviperiti perché fino a ieri potevano contare su una sinistra novecentesca, incomprensibile, astrusa e astratta. E oggi contestano Renzi per lo stile berlusconiano, perché spara i razzi e vende fumo.
Ci sono quelli di centrosinistra tramortiti perché hanno accusato per mesi il bimbaccio di essere di destra. E adesso si trovano a commentare quelle cose di sinistra che non sono mai riusciti a dire o a fare negli ultimi anni.
Ci sono gli antirenziani per scelta di campo, governo o non governo, quelli che neanche se il Premier arrivasse con i cosacchi in piazza S. Pietro, che vedono il liberismo anche nella tassazione delle rendite finanziarie.
Ci sono quelli che fino a ieri criticavano Letta perché stava immobile, ma adesso Renzi non va bene perché si agita troppo.
Ci sono quelli che le stesse proposte le avevamo già fatte noi, ma allora perché non le avete comunicate e realizzate in tutti i mesi e gli anni che avete avuto a disposizione?
Ci sono quelli che la politica dovrebbe essere più vicina ai cittadini, ma guai a parlar chiaro perché altrimenti diventi un televenditore (dove ‘tele’ aumenta il livello di disprezzo del sostantivo).
Ci sono quelli che criticavano le facce tristi e robotiche di Monti e Letta come segno di distacco dal paese reale, ma adesso pretendono dal nuovo premier una faccia vitrea.
Ci sono quelli che chiedevano novità e proprio non ne potevano più, ma adesso pretendono la compunzione dei tecnici, vogliono solo provvedimenti studiati nelle virgole con oscuri direttori generali o chiedono al Presidente del Consiglio di rifare la voce bassa e i toni noiosi perché sanno di serietà.
Ci sono quelli che nell’era di skype e di whatshapp si offendono per le slides perché in fondo era sempre meglio una bella pila di fogli, magari passati a scanner, ma che dico?, un bel ciclostile!
Ci sono quelli che chiedono di fare la concertazione con il sindacato, ma che poi niente, non si può neanche minacciare uno sciopero, non c’è più bisogno di aprire non dico un tavolo, ma almeno uno sgabello per fare una trattativa, perché si prevede il passaggio parlamentare per demolire la legge Fornero e il decreto immediato sul lavoro a tempo determinato e in fondo la Camusso è già soddisfatta così.
Ci sono quelli che chiedono di abbattere la casta, ma poi, che schifo, c’è un presidente del Consiglio che invece di rivolgersi a noi papaveri che siamo alti alti alti, si rivolge ai cittadini, che sono paperini, son nati piccolini.
Ci sono quelli che accusano oggi Renzi di fare il venditore di pentole o il mago e per vent’anni ci hanno propinato il ‘sogno’, il telemarketing, i giochi di prestigio e i ristoranti pieni.
Ci sono quelli che tremano perché forse succederà ciò che per decenni è stato solo promesso o paventato, dipende dai punti vista:tagliare la spesa pubblica elefantiaca e improduttiva senza tagli lineari, ridare soldi ai cittadini meno abbienti e consentire loro di ridar fiato alla domanda interna, facilitare le locazioni con sgravi fiscali per i proprietari rispettosi delle leggi, dare respiro alle aziende con la riduzione dell’Irap e l’allungamento dei contratti a termine, tassare le rendite finanziarie.
Ci sono quelli che dovranno davvero spararle davvero grosse adesso per far parlare del loro remunerativo blog.
Ci sono quelli che un tempo si rivendevano come “i migliori” e adesso rosicano di fronte alle definitive smentite della storia e muoino di vergogna a rivedersi in conferenza stampa a Palazzo Chigi nei filmati di repertorio.
Ci sono quelli che una volta volevano la rivoluzione e il giorno dopo si riscoprono algidi ragionieri dei mari del nord a chiedere le “coperture” contro gli spifferi dell’innovazione.
C’è chi faceva il campione dell’Apparato e oggi spiega contrito che “Renzi ha presentato un piano di svolta. Un piano di sinistra come mai si era visto in questi decenni. Rompe con le politiche di austerità tanto care alla Merkel e all’Europa dei conservatori. Ora tutto il Pd lo sostenga. E se mancano tutte le coperture dovranno essere trovate”.
E poi c’è lui che è tornato, il mitico Pierluigi. Dopo la giornata di ieri, ripenso a Bersani che chiede a Renzi di ringraziare il partito dopo il voto sulla legge elettorale. Mica il Pd che deve ringraziare Renzi per essere stato miracolato. Aveva proprio ragione Pirandello a definire l’umorismo il “sentimento del contrario”.
Ancora ridono, davvero.