Il CorsivistaRenzi, l’ennesima sòla

Se c'è una cosa che s’è capita del governo Renzi è che è un governo sul quale si capisce ancora poco. I colleghi giornalisti-qualcuno mi smentisca se sbaglio-sono perlopiù interdetti e arrancano d...

Se c’è una cosa che s’è capita del governo Renzi è che è un governo sul quale si capisce ancora poco.

I colleghi giornalisti-qualcuno mi smentisca se sbaglio-sono perlopiù interdetti e arrancano dietro il “sistema Renzi”. Un sistema di leadership che nell’immaginario appare molto chiaro, ma nella realtà non si capisce un granché.

Prendiamo la questione delle scadenze che lo stesso Renzi si è dato per mantenere i suoi impegni: ad ogni impegno una data precisa. Più chiaro di così si muore-potrebbe sembrare. Mica come le promesse che facevano i politici del passato? “Faremo, faremo”-dicevano. Adesso Renzi ci dà una data, ci dà una garanzia. Chiarissimo no?

Peccato che poi le scadenze non vengano rispettate come promesso. Il 25 febbraio ha detto che avrebbe fatto un decreto per sbloccare i debiti della pubblica amministrazione, ma poi l’ha rinviato a settembre. Entro fine marzo doveva dire dove avrebbe preso i famosi € 80 da dare a chi ne guadagna meno di 1500, ma ancora non si sa niente.

Insomma, chiaro è chiaro, ma è pure un po’ strano il presidente Renzi. Perché (procediamo per esempi) se dai un appuntamento ad una donna e le dici: ci vediamo a Siena martedì, a mezzogiorno in Piazza del Campo, sotto la Torre del Mangia, beh sei stato chiarissimo e lei sarà contenta. Ma se poi alle 11e 59 di quel giorno non sei ancora uscito di casa perché rimani a giocare con gli amici alla Play Station, allora sei una cosa sola, sei un sòla (chiedo venia per il gioco di accenti).

Poi Renzi non fa una promessa alla volta, ma due, tre insieme (così per noi che stiamo a guardare è più facile dimenticare qualche dettaglio).

E poi afferma che l’Italia cambierà e lo dice così velocemente da far sembrare che le cose stiano già cambiando. Per esempio l’inglese è già lingua nazionale: si pronuncia: “Jobs act”  il nuovo piano di lavoro. Ma tranquillizziamoci, siamo in Italia, i contratti sono sempre più precari, l’occupazione non può aumentare e questo è un ennesimo slogan. Un’ennesima sòla

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