Miracolo: Snowden ha superato la paura della diretta e regala l’esclusiva ai suoi amici del SXSW, il festival dell’interattività di Austin nel Texas.
Non l’ha concessa al Parlamento Europeo, la diretta, snobbando i deputati che lavorano alla sua richiesta d’asilo in qualche paese dell’Ue. Per dire che in Russia non si sta poi così male.
Ma al SXSW è tutto sotto controllo: “7 proxy” – si fa per dire – per la videochiamata via Google (sponsor?) con Snowden, garantito dagli amici dell’Aclu (Ben Wizner) e dalla fondazione Free Snowden riuniti, da Barton Gellman del WashingtonPost e dall’attivista Chris Soghoian.
Snowden appare rilassato e sorridente sullo sfondo della Costituzione americana e parte subito con quello che possiamo chiamare la propaganda della crittografia.
Come aveva accennato nella testimonianza Ue, Snowden sogna un “cambiamento di standard” globale: basta poco per impedire la NSA di collezionare i nostri dati, optando massivamente per la codificazione. E Snowden consiglia di usare Tor, software progettato dalla EFF (che nel frattempo, ricordiamo, ha allestito un database con i file della NSA).
Ma oltre al pubblico, Snowden esorta anche le Big del web, le tech companies come Google, ad usare la crittografia. Chiedendo come se niente fosse di mobilitarsi contro il governo.
Non solo: Snowden coglie l’occasione per lanciare un appello agli ingegneri, ai matematici, agli innovatori, di favorire il cambiamento tecnico. Un cambiamento tecnico che eleva l’anonimato a comandamento sul web.
Questa è quindi la grande rivoluzione tecnica auspicata da Snowden che ormai non è più solo ma sempre più circondato da un gruppo di giornalisti, avvocati e molto probabilmente anche da grandi firme che comunicano tra loro e che in questo momento trattano le modalità di questo “cambiamento” in prospettiva del dibattito parlamentare al Congresso.
Così l’ebbrezza della crittografia ha completamente conquistato Snowden che per anni alla NSA ha spiato le nostre comunicazioni prima di prendere coscienza dei suoi atti e reagire.
La crittografia, che fino a ieri era considerata underground, roba da hacker, oggi potrebbe diventare una regola?
E’ questo che bisogna negoziare sul piano politico? Ma contro cosa lo Stato americano (e le sue intelligence) sarà pronto a cedere?
La prima domanda (ovviamente selezionata) a Snowden era di Tim Berner-Lee, niente meno che l’inventore del web – anche se in realtà la domanda riflette le perplessità del pubblico: “perché mai le compagnie web dovrebbero essere più affidabili del governo nella raccolta dati?” Le aziende non hanno eserciti, risponde Snowden, ma questo è discutibile se si guarda agli ultimi acquisti di Google (vedi la Boston Dynamics).
Insomma la sicurezza dei cittadini per Snowden è tutta nell’affidabilità, anche se è interessata, commerciale, come nel caso delle aziende.E allora benvenuti nel mondo criptato di Snowden dove trasparenza e privacy, ovvero public relation e segreti, a quanto pare non sono più in contraddizione.