Memorie di una Vagina, che per brevità chiamerò MDV, è una cara ragazza single (ci tiene molto a precisarlo) che “frequenta quasi esclusivamente vagine e finocchi”. Ragione per la quale è comprensibile che io non l’abbia mai incontrata, non essendo né l’una, né l’altra cosa.
In compenso mi capita di leggere i suoi articoli, quelli sulle vagine, sulle scopate e sui finocchi. Quelli che non le riescono male. Quelli che farebbe meglio a continuare a scrivere, per capirci.
Invece recentemente si è dedicata ad altro. A questo, per l’esattezza.
Riassumervi l’articolo in più di dieci parole mi costringerebbe a rivangarne la logica ridicola, sarebbe una grave violenza che farei a me stesso, che non mi perdonerei mai. Per fortuna ci ha pensato MDV stessa, preziosissima, a togliermi dall’imbarazzo, racchiudendo il suo lucido pensiero in una chiosa spumeggiante, una frase iconica che dovrebbe campeggiare all’ingresso di tutte le aule di tribunale (della Corea del Nord).
“Non riesco a condividere il fatto che voti anche chi difende pubblicamente un presunto mafioso”.
Ora che ci penso, se mi fermassi qui potrei passare per uno che estrapola contenuti e li decontestualizza. Per cui mi sforzerò di accompagnarvi nei meandri dell’IDV. No, non è l’Italia dei Valori, anche se si possono osservare preoccupanti affinità, bensì l’Intolleranza di una Vagina.
Capitolo 1 – Il magico mondo allegro della Puglia
Chi è scresciuto in Puglia e poi ha studiato a Bologna è un fico perché siamo tutti rossi, amiamo il vino, i gay, il design, andiamo in giro con le maglie del Chè, ci chiediamo spesso “se non ora quando?”, siamo contro la mafia (ma dai? Pure io! BFF!) e i leghisti sono tutti dei pastori ignoranti e figli di puttana.
Non solo, in Puglia non si è affatto abituati ai berlusconiani, non ce ne sono e se ci sono, se ne vergognano. Si nascondono, vivono nelle tenebre, nel pentimento, nell’espiazione. Oppure sono tutti “papponi, mafiosi, disonesti, ignoranti o rincoglioniti”. E quindi li trovi o con le puttane o nelle case di riposo (con le puttane anzianotte).
Il che mi suona strano, perché, ad esempio, nel 2005 alle elezioni regionali Vendola ha vinto con il 49,84 contro il 49,24 del candidato uscente del centro-destra. Non esattamente un plebiscito.
Mi risulta ancora più strano perché alle politiche del 2013 la coalizione di centro-destra ha avuto alla camera in Puglia la maggioranza relativa dei voti (32,96%) con quasi 7 punti percentuali di scarto sulla coalizione del centro-sinistra (26,46%).
Statisticamente, è più probabile incontrare un berlusconiano in Puglia che un aderente a qualunque altra forza politica. Però chissà, magari MDV non ci ha mai avuto a che fare perchè frequentava esclusivamente Vagine e Finocchi anche nella sua regione d’origine. E le Vagine e i Finocchi, si sa, sono geneticamente predisposti a non votare Berlusconi.
Capitolo 2 (breve ma con immagine buffa) – Il tetro mondo fascio-leghi-berlusconiano di Milano
A Milano come minimo la gente ha il feticismo per gli occhi a palla di Maroni, si fa le pippette tutta sudata al pensiero della Padania libera, crede che il Cavaliere sia il Messia della Brianza sceso a salvarci e poi “Alleanza Nazionale”. Sbattuta lì, senza un senso, perché fa tanto buzzword anti-fascista voyeur.
Il che, mi fa abbastanza strano, perché Milano non sarà Firenze, ma non è nemmeno Basiglio. Il sindaco in carica è di SEL e, in una prospettiva storico-politica che vada al di là del proprio clitoride, la città è sempre stata bene o male sul socialista andante. Ma vabè.
Capitolo 3 – Le persone sono anormali e non dovrebbero votare
Se ti piace Belpietro, non credo ci sia bisogno di spiegazioni, sei un anormale, forse hai un ritardo mentale o forse sei solo un disonesto. Comunque una di queste cose, senza dubbio.
A quelli normali piacciono Scalfari, Serra (Love), Curzio Maltese, Padellaro, Ezio Mauro.
Telese e Sansonetti così così…
Sallusti, sei anormale.
Panebianco, ok.
Giordano, anormale.
Travaglio, super ok.
Emilio Fede, sei anormale e pedofilo e probabilmente giochi d’azzardo.
Ci tengo a precisare che, oltre a non fare una piega, questa distinzione operata con l’ausilio della sacra scure della giustizia eterna e scintillante (che di solito la tengono nella redazione del Fatto Quotidiano o a casa di Di Pietro, ma a quanto vedo è facilissimo farsela prestare) non è affatto irrispettosa della libertà d’espressione ed opinione altrui.
Ovviamente con questo discorso MDV non vuole “dire che tutti dovremmo avere le stesse identiche opinioni, naturalmente, né che chi la pensa diversamente da lei sia di default un idiota”.
Dice solo che ci sono alcune opinioni tollerabili e altre…. no. E che a deciderlo è lei.
Vale a dire che puoi liberamente avere un’opinione diversa dalla sua, basta che sia tra quelle riconosciute come legittimamente diverse, diversamente diverse, trasversalmente non troppo non affini”. E se non lo è, allora sì, sei un idiota e non dovresti poter votare. Mi dispiace.
Questo perché “per votare bisognerebbe sapere ed essere minimamente onesti”.
Avete capito? Sapere. Così, in generale. Della serie: “se non le sai le cose della politica, per favore salle”. Altrimenti non puoi votare.
Il criterio è talmente chiaro e ben espresso che domani lo discuteranno direttamente come testo di legge alla camera.
Capitolo 4 – La patente della democrazia
Per poter votare in un paese democratico ci vuole una patente. Da quel poco che siamo riusciti a capire, gli oscuri criteri sarebbero quelli di “sapere” e “onestà minima”.
A prima vista ci pare non costituisca prerequisito fondamentale la nozione di cosa sia uno stato di diritto, né di cosa voglia dire garantismo.
MDV sostiene che chi difenda pubblicamente un presunto mafioso, non dovrebbe avere il diritto di votare. Transitivamente, immagino valga anche per tutti gli altri tipi di presunto reato: presunti assassini, presunti stupratori, presunti ladri, presunti corruttori, presunti spacciatori, presunti diffamatori.
Splendido. Domani l’accompagnerò io stesso all’ordine degli avvocati a spiegare a tutti che l’essenza stessa del loro mestiere, cardine di un sistema giuridico che si fonda sul processo probatorio, costituirebbe ragione sufficiente per deprivarli del voto. La risata è assicurata.
Ma d’altronde, per non cadere nella stessa fallacia di MDV, non bisognerebbe disprezzare questa sua specialissima versione del suffragio che, a pensarci bene, avrebbe i suoi pregi non indifferenti. Primo tra tutti quello di togliere il voto proprio a molti intellettuali analoghi a MDV. Un esempio su tutti, chi dovesse difendere pubblicamente il governatore Vendola, al momento imputato per concussione aggravata e di conseguenza presunto concussore.
Quale ironia!
Capitolo 5 – Mai e poi mai e poi mai e poi mai…
Ammetto di essermi egoisticamente tenuto il meglio per ultimo. La fantasmagorica chiosa dell’araldo delle Vagine che ho riportato in apertura dell’articolo era incompleta.
Per intero recita così:
“Continuo a pensare che votare sia importantissimo e proprio per questo non riesco a condividere il fatto che voti anche chi difende pubblicamente un presunto mafioso. Non lo condivido oggi. E non lo condividerò mai”.
Un po’ come mio fratello a 5 anni, che quando mia nonna a Natale gli chiedeva se avesse la fidanzatina rispondeva: “A me le femmine mi fanno schifo” “Vedrai che cambierai idea” “NO A ME LE FEMMINE MI FANNO SCHIFO E NON CAMBIERO’ MAI IDEA!”
Ah! I depositari della verità che non cambieranno mai idea. Il sale del riformismo!
La pubblicità che sto facendo al Blog di MDV è del tutto gratuita e non mi aspetto ringraziamenti.
Nessuna Vagina è stata maltrattata durante la stesura di questo articolo.
Se sei berlusconiano sei stronzo.