GloβCultura: il Rapporto Annuale dà i numeri

Un altro appuntamento privato-pubblico per salvare la cultura: oggi al Santa Cecilia di Roma, la presentazione del 10° Rapporto Annuale con tutti i numeri del settore. Come agli Stati Generali del...

Un altro appuntamento privato-pubblico per salvare la cultura: oggi al Santa Cecilia di Roma, la presentazione del 10° Rapporto Annuale con tutti i numeri del settore.

Come agli Stati Generali della Cultura la settimana scorsa, anche in questa occasione si suona l’allarme cultura.

Dati negativi, avverte Roberto Grossi il presidente di Federculture che lancia un appello al governo italiano. I conti non tornano, il bilancio fra aziende e istituzioni culturali è in calo.

Massima aspettativa dunque sull’ArtBonus, il decreto Cultura varato da Franceschini in segno di apertura al privato.

Ma al governo i privati chiedono di più: equiparazione tra aziende culturali e istituzioni pubbliche.

Sia chiaro, precisa Grossi, non si tratta di far fare ai privati il lavoro pubblico. Chi aveva seguito il discorso di Franceschini agli Stati Generali della Cultura (qui) ha potuto avvertire una certa tendenza a scaricare la responsabilità su aziende e imprenditori. Ecco perché il messaggio andava ridimensionato oggi.

Ok quindi alla mobilitazione degli investitori per salvare il patrimonio, ma a patto che non diventi un mecenatismo di Stato. Fanno fede in Francia i guai della ministra Filippetti con il museo Picasso, lo scandalo del mecenate coreano di Louvre e Versailles oggi ricercato, e in ultimo le proteste nell’accademia dei Beaux-Arts di Parigi.

Tornando a Roma, al posto di Franceschini al S. Cecilia c’era la sottosegretaria Mibact Barracciu che si è scusata per l’assenza del ministro: a quest’assemblea intitolata “Cultura Progresso” su twitter, Franceschini ha preferito l’Accademia dei Lincei con Napolitano. Alla faccia dell’innovazione.

Comunque, sul fronte delle proposte concrete niente di nuovo se non la conferma di un’ulteriore fusione per il Mibac – oltre al Turismo – anche con la Pubblica Istruzione. Ovviamente solo a livello di cooperazione. Ma quale logica nel sovraccaricare il già attanagliato ministero dei Beni Culturali?

La ministra Giannini ha annunciato un protocollo Miur-Mibact che dovrà accelerare (tra le altre cose) la digitalizzazione delle biblioteche e ha promesso che come il Louvre anche gli Uffizi avranno una scuola di formazione.

Segue l’intervento del sindaco di Roma Marino che, dopo aver scontato una protesta degli operatori culturali per ulteriori tagli a teatri e festival, dichiara decomplessato di voler salvare solo gli eventi più redditizi.

Certo, davanti ad una platea di imprenditori, Marino come Franceschini adotta la retorica più opportuna. Ma cosa direbbe se in tutta Italia ci fosse un movimento di “intermittents”, i lavoratori del settore culturale che in Francia stanno bloccando spettacoli e trasmissioni da una settimana?

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