A quanto davano i bookmakers la vittoria di Suor Cristina? forse quanto i tassi di interesse fissati dalla Bce di Mario Draghi. La verità è stata rivelata ieri con la finale di The Voice of Italy 2014 ma in realtà era già nota. perché era già scritta o almeno era già segnata.
Una finale che si è conclusa con un colpo di teatro, anzi di chiesa sarebbe da dire: Suor Cristina ha deciso di festeggiare la vittoria chiedendo a tutti di recitare un Padre Nostro. Quasi all’una di notte. Un’azione che sembra più un gesto “ribelle” contro lo showbusiness da parte di chi faceva fatica a ricondurre la sua esperienza a The Voice con la sua vocazione. Forse ha chiesto troppo ma forse se lo è potuto permettere. Sarebbe stato più “intonato” (e per alcuni più digeribile) proporne una versione cantata o rappata.
Passiamo oltre, precisamente al motivo di questo post. The Voice è un programma che permette l’accesso ai cantanti non per l’aspetto fisico o caratteristiche estetiche ma per la loro voce. Per questo motivo esistono le “Blind Auditions“, la prima fase con le poltrone dei coach, i giudici che porteranno almeno uno dei talenti vocali alla finale, come accaduto ieri.
Quindi nulla deve influenzare la prima fase, se non la capacità di emozionare. Sicuramente Cristina Scuccia ha saputo emozionare, ha una gran voce e merita di essere arrivata fino in fondo, chiediamoci però cosa è che l’ha fatta diventare subito un fenomeno mondiale. Il paradosso, ossia la suora che esce dal convento e entra nel mondo della tv italiana di un programma dal valore internazionale. Sister Act (che stavolta è vera come suora) che diventa reale e non solo un film.
Lo stesso motivo, lo stesso paradosso ha acceso il pubblico in studio di The Voice quando hanno visto la piccola suora siciliana sul palco e sentito le prime note della canzone scelta. Non qualcosa di religioso o dal sapore di antico e noioso, bensì di Alicia Keys. Cantata benissimo per altro. Se fosse stata una ragazza qualunque sarebbe nato quel vociare in studio? E tutto quel clamore appena hanno potuto assaporare la qualità canora della suora? Una ovazione che ha indispettito i coach, a cominciare da J.Ax, il primo a far girare la poltrona pigiando il caratteristico bottone rosso del programma. Forse chissà quale eccesso si aspettava…comunque non è rimasto deluso prima, a vedere dalle lacrime di emozione, né dopo vista la vittoria dell’edizione 2014.
In sostanza il rapper italiano è stato in parte influenzato dal contesto, così come anche gli altri. Con questo, ripeto, non voglio assolutamente lasciar passare l’idea che Suor Cristina non abbia meritato di essere stata scelta dai giudi, probabilmente sarebbe comunque stata selezionata e sarebbe andata avanti per un po’ anche senza abito.
La Chiesa cattolica ha dimostrato, con Papa Francesco prima e con Suor Cristina poi, di aver accettato la sfida mediatica per l’accesso e l’ascolto da parte di nuove fasce sociali, nuovi mondi. L’Italia ha dimostrato di essere ancora dipendente da questa realtà, nel bene e nel male. Ora non rimane che stare a guardare che fine farà questa suora, se ritornerà umilmente alla sua vocazione oppure tenterà la sfida musicale, rischiando però di deformare il motivo per cui aveva deciso di prendere i voti.
“Io che sognavo di diventare una cantante e di avere successo, mi ritornavano queste domande: ma io suora? Ma come, non è possibile! Io sogno di fare la cantante, altro che suora!” Suor Cristina nel 2013 a Good News Festival, mandato in onda su Tv2000, prima che fosse dichiarata la vincitrice.
P.s.: ho deciso di seguire The Voice perché su Rai News fu invitata Raffaella Carrà che ne parlò. Prima non sapevo praticamente dell’esistenza di questo programma. A volte i canali da cui ricevi le informazione fanno la differenza.