Ironico, cinico, vero. In una parola strepitoso. Sto parlando del docufilm del regista (anche attore e scrittore) Matthew Cook “Come fare soldi vendendo droga”.
Intanto trovo estremamente interessante il fatto che i documentari si stiano ritagliando uno spazio sempre più importante sul grande schermo, difatti il lavoro di Cook è nelle sale USA in questi giorni. E mi auguro che poi arrivi anche nelle nostre, sperando in un distributore illuminato.
Tornando a parlare del (docu)film, questo parte immaginando una lezione sullo spaccio di droga strutturata per livelli come un videogame. Partendo dal primo, “Come iniziare”, per arrivare attraverso altre fasi, da “venditore al dettaglio” a “distributore nazionale”, fino a “boss di un cartello della droga”. Nel frattempo lo spettatore-allievo avrà imparato i modi per aggirare la legge, corrompere poliziotti o esportare cocaina dalla Colombia nei modi più fantasiosi (dentro protesi, preservativi, fagioli rossi…) con guadagni progressivi da 100 dollari l’ora a 1 o 2 milioni al giorno.
Importanti, e di indiscutibile esperienza, le personalità coinvolte. Dall’ex-dealer Bobby Carlton, insegnante di spaccio al dettaglio, il mitico Freeway Rick Ross o Brian O’Dea, che al culmine della carriera dava lavoro a 120 dipendenti. Incluso il rapper Curtis “50 Cent” Jackson, nato nel ghetto e che a dodici anni spacciava crack. Per dare un’informazione più completa non mancano le testimonianze di poliziotti, corrotti e no, legali, giudici. Dove vien fuori che gli “informatori” consegnano spesso alla polizia liste di innocenti per cavarsela senza finire nelle grane con i pericolosi dealer. Passano sullo schermo scene di film come Il padrino, Scarface o Easy Rider.
A un certo punto della lezione crediamo di sapere tutto sul modo di far soldi vendendo droga: e invece, la parte più importante viene adesso. Perché Cooke fa entrare in scena un altro “giocatore”, proprio quello che, dal business della droga, ricava più soldi. Il Governo americano.
Interessante poi come Cook, con un’ironia sempre più amara e cupa, legga il ruolo del Governo USA nel “favorire” distribuzione e spaccio di droga. Sostenendo che le politiche proibizionistiche siano solo uno strumento per finanziare CIA, e le varie SWAT, o per rinpinguare l’industria carceraria, probabilmente una delle poche in costante crescita. Oltre che utili a vincere le elezioni sventolando il sempre “raccatta voti” spauracchio dei mali della droga.
Ritroviamo poi i volti noti di Susan Sarandon, impegnata a combattere la severità delle pene contro lo spaccio, Woody Harrelson, “testimonial” contro il proibizionismo, Eminem. In sostanza, per Cook, tutto dimostra che la “guerra alla droga” è una gran bufala ai danni dei creduloni. E che – conclude il regista – finché questa guerra si farà insegneremo ai nostri figli come entrare nel gioco e, appunto, “come fare soldi vendendo droga”.