Gridano al lupo, al lupo! Guai a chi tocchi i gioielli di famiglia e le aziende simbolo del nostro paese. Grasse risate. Abbiamo perso il controllo delle nostre grandi imprese, è vero. Chiediamoci però il perchè di questo. Chiediamoci il motivo del fatto che un gruppo cinese ha salvato l’Acc di Belluno, in amministrazione controllata, o perchè la Whirpool ha annunciato l’acquisizione della quota di maggioranza della Indesit, un 60,4% per un totale di 758 milioni di euro.
Parliamoci chiaro. Il capitalismo italiano delle grandi famiglie ha fallito, basatosi troppo su una rete di relazioni e di intrecci che ha visto investimenti coperti solo da debiti, gestione poco oculata e perchè no, interessi personali. Tiene invece la fitta rete di piccole-medie imprese, talvolta famigliari, che nella crisi cercano di resistere e fanno quel che possono per garantire occupazione e qualità Made in Italy. Passiamo invece allo scacchiere dei cieli. Solo un accordo con Etihad in questo momento può salvare l’ormai decotta Alitalia.
Un’azienda in cui abbiamo pompato denaro pubblico da sempre per cercare di tappare buchi su buchi di bilancio, pagando liquidazioni d’oro ad amministratori delegati totalmente incapaci di risolvere le evidenti falle della nostra compagnia di bandiera. Siamo proprio lì a un passo dall’accordo, e salta fuori una metà dei sindacati che non firma l’accordo per la messa in mobilità di circa 2mila dipendenti, come vorrebbe Etihad. Se tutte le risorse pubbliche date ad Alitalia in questi anni fossero state impiegate per tagliare le tasse sul lavoro, lasciando magari Alitalia a qualche compratore estero come la buon vecchia Air France nel 2007-2008, allora avremmo garantito la nascita di molte imprese in più.
Ma non è solo Alitalia a cui dobbiamo battere cassa. Fiat, tenuta d’occhio dal gruppo Wolkswagen in queste ultime ore, non è assolutamente da meno, anzi. Privatizzare gli utili e pubblicizzare le perdite è stato sempre un must di alcune delle grandi imprese italiane. Incapaci di creare quel valore che mantiene invece in piedi il tessuto di piccole-medie imprese italiane, il cuore della nostra economia. La vera sfida è mantenere e creare nuova occupazione, investendo in qualità e valore. Cosa che la grande impresa in Italia non ha fatto. Non è importante l’italianità delle aziende, è importante l’italianità dei posti di lavoro.
Lorenzo Pelliconi
@LorenzPellico