BeleidNo all’elezione di Tavecchio e alla Repubblica delle Banane

La vicenda legata a Carlo Tavecchio è oramai sulle pagine di quotidiani e sulle bocche di tutti da diversi giorni. Le sue affermazioni a sfondo razzista sono note ai più. Reazioni di sdegno e decis...

La vicenda legata a Carlo Tavecchio è oramai sulle pagine di quotidiani e sulle bocche di tutti da diversi giorni. Le sue affermazioni a sfondo razzista sono note ai più. Reazioni di sdegno e decise prese di posizione sono venute da molte parti. E a questo punto, mi domando, è opportuno che Tavecchio diventi il prossimo presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio?

La mia risposta è netta; ed è negativa. Carlo Tavecchio non può essere il prossimo presidente della FIGC.

Per attitudine culturale ci piace da morire fare gli “esterofili” e rimarcare ad ogni piè sospinto quanto il nostro Bel Paese sia distante dagli standard (a livello politico, giuridico, culturale, sociale e così via) degli altri paesi d’Europa e del mondo. L’esterofilia a tutti i costi e a buon mercato mi lascia perplesso, ma stavolta sono io ad inserirmi in quel solco. Mio fratello, che ama e segue lo sport e col quale condividiamo la passione per il calcio ma anche quella per il mondo dell’NBA, qualche giorno fa mi ha messo di fronte ad un interrogativo che non lascia spazio a repliche: “ma perché il proprietario dei Clippers (Donald Sterling) è stato squalificato a vita e ha dovuto vendere la squadra per delle affermazioni razziste e Tavecchio rischia di diventare il presidente dell’organo di governo del calcio italiano?”. Come accennavo, niente da obiettare ad un simile ragionamento. Nel caso in cui Tavecchio fosse davvero il prossimo presidente della FIGC, avremmo segnato in modo indelebile una distanza culturale abissale tra il nostro paese e, in questo caso, gli Usa.

Su un altro piano poi, ciò che mi domando è come sia possibile che Tavecchio sia la persona giusta per portare a termine l’opera di riforma radicale che il sistema-calcio italiano necessita in modo assolutamente non più rinviabile. Qui ci troviamo davanti ad un sistema che ha dimostrato di non funzionare da numerosi punti di vista, un sistema che va cambiato, riformato, integralmente. Com’è possibile che un personaggio che ha minato fin da subito la sua credibilità – elemento imprescindibile quando c’è da operare una forzatura riformatrice, uno scassinamento di logiche e rapporti di forza sedimentati – abbia la forza di trasformarsi nell’uomo che può riformare il sistema? Se Tavecchio venisse eletto, lo farebbe con un enorme deficit di credibilità e con l’appoggio interessato di coloro che lo voterebbero “nonostante la frase razzista”. Come credete che si comporterebbe, una volta eletto?

Non vi sono dubbi dunque: eleggiamo il candidato delle banane e saremo una Repubblica delle Banane.

@FrancescoPigno

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