Volevo disconnettermi quest’estate, lo giuro. Volevo tenere il telefono spento e ripulirmi la mente, almeno in ferie, almeno in agosto. Ma confesso il mio peccato e accetto la sconfitta: non ci sono riuscita.
Le foto su Instagram, le news su Twitter, i messaggi su Facebook e il famigerato Whatsapp. Le offerte via mail che continuano ad arrivarti e vabbè: non hai bisogno di niente ma a cestinarle senza nemmeno dargli una sbirciatina non ci riesci. Le mail dell’ufficio in cui sei ostinatamente in copia conoscenza, anche mentre ti stai spalmando la crema solare. E poi quell’app di cui hai letto e che ti è venuta voglia di provare… così, per vedere se davvero funziona.
Sarà che due settimane di ferie sono troppo poche: per i primi dieci giorni fatichi a staccare, poi quando cominci a entrare nel mood in cui ti concedi il diritto sacrosanto di non far niente e di annoiarti senza sentirti in colpa è tempo di proiettarsi al ritorno. Sarà che staccare con la testa prima che col corpo è la cosa più difficile, soprattutto nei posti dove sia presente una connessione Internet. Cioè: everywhere.
Recentemente ho letto una riflessione che mi ha colpito: se degli ipotetici abitanti di Marte studiassero ad oggi la specie umana, penserebbero che il cellulare fa parte del nostro corpo, da quanto ne è diventato un’appendice.
Eppure l’assurdo è che tutte le cose migliori succedono quando siamo staccati dal telefono, non impegnati in quella tremenda digital FOMO (Fear of Missing Out). Sì, insomma, si sa: la vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altro.
E invece è sconvolgente quanto il nostro Iphone sia sempre più un fine anziché un mezzo. Arianna
Huffington, nel suo ultimo libro “Cambiare passo – Oltre il denaro e il potere: la terza metrica per ridefinire successo e felicità” (Rizzoli), scrive che “l’utilizzatore medio dello smartphone lo controlla ogni sei minuti e mezzo, più o meno 150 volte al giorno, e uno studio effettuato nel 2012 dal McKinsey Global Institute ha rivelato che il knowledge worker medio dedica il 28% del suo tempo a trafficare con la posta elettronica: più di 11 ore a settimana”.
Dovremmo controllare la mail solo quando vogliamo delle informazioni, non quando vuole lei. Logico, ma difficilissimo.
L’ansia e la dipendenza da social media sono una realtà tangibile: nel 2012, alcuni ricercatori di Harvard hanno scoperto che la condivisione di informazioni su noi stessi attiva la stessa parte del cervello che si associa al piacere che proviamo quando mangiamo, quando riceviamo dei soldi e quando facciamo sesso.
“Essere connessi in modo superficiale con tutto il mondo ci impedisce di essere profondamente collegati a coloro che ci stanno più vicini, compresi noi stessi”: è l’ineluttabile verità che emerge. Si parla appunto di “attenzione parziale continua” per descrivere quella condizione che ci vede sempre parzialmente sintonizzati su tutto e mai completamente concentrati su qualcosa in particolare (Linda Stone).
E tuttavia, con lo stesso principio dei vaccini, per cui la fonte della guarigione si trova nella malattia stessa, ecco che ci sono alcuni strumenti che possono aiutarci a rimanere concentrati sull’essenziale e a ridurre la dipendenza dalla tecnologia, o almeno a prenderne consapevolezza:
- Anti Social: si tratta di un software che blocca i social network e consente di inibire l’accesso ad alcuni siti. Si può scegliere l’orario in cui non si vuol essere distratti e i siti da escludere (in vendita su anti-social.cc).
- Nanny: come Anti-Social, l’estensione per Chrome Nanny esclude dal browser i siti che ci distraggono o ne limita il timing di navigazione in base alle impostazioni che scegliamo di dargli (è scaricabile gratuitamente dal Chrome Web Store).
- Siesta Text e BRB: Siesta Text per Android (in vendita su Google Play) e BRB per Iphone (gratis su Apple Store) offrono messaggi personalizzabili sia per gli sms che per le chiamate (“Sono in macchina, vi scrivo dopo”, oppure “Sono in ferie, rientrerò lunedi prossimo”).
- Self Control: tiene offline il computer per periodi predeterminati, e può bloccare temporaneamente la posta in arrivo, oltre a mettere in lista nera determinati siti (disponibile gratuitamente per Mac su selfcontrol.app).
- Rescue Time: fotografa la nostra attività online alla fine di ogni giorno, e permette di fissare degli obiettivi di timing e creare segnali di allarme che scattano quando si è trascorso troppo tempo su un determinato sito o in una determinata attività (è disponibile gratis per Mac nella versione Lite, o in vendita nelle versioni Pro su rescuetime.com , disponibile gratuitamente per Android su Google Play).
- Freedom: perfetta per gli scrittori, questa app esclude completamente internet dal proprio computer per un periodo predeterminato (in vendita per Mac, Windows e Android su macfreedom.com).
- Time Out: l’app per Mac che invita a interrompere quello che si sta facendo e a prendersi una pausa a intervalli regolari, ovviamente alzandosi dalla sedia, e non andando su Facebook! (Disponibile gratuitamente sull’App Store).
- Digital Detox App: permette di bloccare il proprio cellulare per un periodo prefissato che va da 30 minuti a un mese. Occhio: la decisione non è reversibile! (Disponibile gratuitamente per Android su Google Play).
- Moment: la nuova app per iOS che calcola quanto tempo perdiamo con il telefono e ci mette in riga se esageriamo. Una volta impostato a nostra discrezione un limite di tempo, Moment inizia a funzionare monitorando il nostro utilizzo dello smartphone. Se controlliamo troppe volte la posta o il nostro profilo Facebook, l’app ci manda un messaggio avvertendoci che stiamo esagerando.
- Higby: in questo caso si tratta di un dispositivo fisico, non di un’applicazione! Higby è una custodia di gomma per Iphone che copre la videocamera del cellulare e il jack delle cuffie. Si può usare anche per due telefoni, che vengono bloccati insieme per prevenire entrambe le distrazioni (insomma: se proprio c’è bisogno di una camicia di forza…) “Avendo le orecchie, il cuore e le mani cariche di input digitali, non troviamo più i tempi morti di cui abbiamo bisogno per osservare il mondo che ci circonda, coltivare le relazioni e fare cose nuove”, hanno spiegato gli ideatori di Higby (disponibile per Iphone tramite Wolff Olins).