Guarda bene la bollettaIl numero “fisiologico” dei decessi per il gas

E’ ovvio, il gas è pericoloso e i morti ci stanno. Sono quasi sempre suicidi: scoppia e viene giù la casa, si scava per due giorni davanti alle telecamere,qualcuno muore sotto le macerie, urla e pi...

E’ ovvio, il gas è pericoloso e i morti ci stanno. Sono quasi sempre suicidi: scoppia e viene giù la casa, si scava per due giorni davanti alle telecamere,qualcuno muore sotto le macerie, urla e pianti, parlano gli esperti e tutto finisce, fino alla volta successiva.

Per capire come alcuni decessi, considerati fisiologici, potrebbero forse essere evitati bisogna prima sapere che: c’è chi il gas lo vende (fornitore), chi lo fa arrivare al contatore e lo misura (distributore) e chi lo brucia e lo paga (utente) 

Il c.d. servizio post-contatore, una volta, era reso da un’unica società, quella che vendeva il gas, e, se c’era qualche problema, era molto facile e immediato esporlo; dopo pochi minuti arriva “l’uomo del gas” e risolveva tutto.

La liberalizzazione ha invece trasferito la responsabilità di tutto quanto c’è a valle del contatore, al proprietario dell’immobile o dell’unità abitativa. Nessuno lo fa, ma è meglio che leggiate i contratti.

Chi avesse, per esempio,  il proprio contatore installato in una delle parti comuni condominiali, é responsabile anche del tubo che collega il contatore all’abitazione. E’ un problema da non sottovalutare: se, per ipotesi, in quel tratto di tubo ci fosse una perdita, non solo paghereste il gas, ma mettereste in pericolo gli altri; stesso discorso vale per  l’impianto interno dell’abitazione, che dev’essere a norma.

Se, chi vi vende il gas, è serio, vi avvisa con una comunicazione post contatore che va letta e capita. La comunicazione viene inviata agli utenti che utilizzano il gas da sempre che devono quindi provvedere a mantenere l’impianto interno in sicurezza. Solo nel caso di nuovi impianti, o di subentri, arriva qualcuno che lo verifica, prima di dare il gas.

Ma, anche nel caso di subentro, non sempre va tutto per il verso giusto!

Alla sottoscrizione, on-line o telefonica, di un contratto gas dovete essere certi di aver individuato il vostro contatore e, comunque, è sempre meglio non compilare la parte relativa al numero di matricola dello strumento, facendo fare una verifica sul posto, all’atto dell’apertura del contatore. Stessa avvertenza per i subentri fatti al telefono, anche se il vostro interlocutore vi dirà “tanto, quando vengono, controllano”.

Un caso accaduto a Milano dimostra invece che non è così.

Il subentrante comunica al fornitore il numero di matricola errato di uno dei tre contatori installati in un’area comune condominiale. Dei tre contatori due sono chiusi con i sigilli, e uno è aperto e funzionante. L’utente, in buona fede, non è del tutto sicuro che sia il suo e confida, come gli è stato detto al telefono, che l’addetto alla riapertura del contatore, verificherà.

E invece l’addetto si limita a controllare la conformità dell’impianto interno all’abitazione, e apre  il contatore sbagliatodando così gas ad un appartamento vuoto da anni.

E se in quell’appartamento ci fosse stata una perdita ? Chi, quando e come se ne sarebbe accorto?

Comunque, dopo averlo aperto, l’addetto se ne va, senza sincerarsi di aver aperto il contatore giusto: non sono problemi suoi ma di chi ha comunicato il numero di contatore sbagliato e sarà sua la colpa se muore qualcuno!

Dopo poche ore, l’utente lancia l’allarme e, dopo un tragico palleggio tra i vari call-center, lo fa richiudere dal servizio emergenza gas, e riattiva con il fornitore la procedura per aprire quello giusto. L’errata apertura del contatore viene addebitata all’utente che ha, sì sbagliato, ma in totale buona fede, confidando che la procedura corretta fosse anche la più logica.

E invece no!

http://www.autorita.energia.it/allegati/docs/08/120-08_1luglio.pdf  

Il contesto normativo è palesemente carente, contraddittorio e pericoloso: si chiede al distributore di dare gas verificando l’impianto interno senza “toccarlo”, cioè mettendo in pressione la tubazione dell’impianto, ma guai ad accendere un fornello, per avere la certezza che il gas arrivi, che era lo scopo dell’intervento.

Fino al prossimo incidente, che speriamo non incrementi il numero “fisiologico” di decessi.

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