via Ampère 59, Milano
Tutto comincia con un grande palazzo vestito di edera, e una rampa tappezzata di bicilette che guarda verso una grande porta a vetri.
Raggi, pedali e manubri continuano anche all’interno, appesi alle pareti, disegnati sulle copertine dei libri, stampati sui poster.
L’idea è quella di un bike cafè –e non arricciate i musi pensando che sia il solito posto hipster, perché è molto più che un bel nome in inglese.
La cultura della bicicletta è in ogni dettaglio, dal cibo alle letture, fino agli incontri e alle mille iniziative sempre diverse, con la voglia di raccontare la passione per le due ruote a ogni faccia che entra.
I due lunghi tavoli di legno che attraversano l’Upcycle sono illuminati da piccole luci basse, che abbracciano con una luce leggera i casuali vicini di sedia mentre mangiano, scrivono, parlano, leggono.
L’ultima cosa bella di questo spazio è il suo vicino di casa, un coworking che sta spalla a spalla con il bar grazie a una grande parete di vetro in comune, senza nette divisioni o muri per dividerli, in una forma di condivisione che allarga spazi e voglia di fare sempre cose nuove.
Fotografia: Giovanni Nardi
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