C’è sangue e sangue. E forse, per i grillini, il sangue di un rabbino – in realtà i religiosi uccisi sono stati 4 – non vale poi così tanto. Niente. Su Gerusalemme, sulla violenza del fondamentalismo islamico di questa mattina, nemmeno una parola.
I vari Beppe Grillo, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Di Stefano, Sorial e compagnia brutta non hanno aperto bocca. Su Gerusalemme il silenzio. Chi di parole ne ha sempre usate tante, spesso troppe, non ha saputo trovarne una di condanna o solidarietà per quanto accaduto stamattina.
Pazienza. Se i libri non letti dicono molto su una persona, le parole non dette quando è d’obbligo alzare la voce la dicono lunga sull’ipocrisia di un politico o di una classe politica. In questo caso di Grillo e del Movimento Cinque Stelle.
Gli ebrei, gli israeliani, sono abituati a non essere compatiti. A dire il vero non gli interessa nemmeno. Ed è forse per questo che Israele sopravvive, perché parafrasando Golda Meir preferisce “le condanne alle condoglianze”.
Ma oggi questo non conta. Contano i silenzi che rimangono. E a chi è rimasto zitto io voglio dire una sola cosa: vergogna!