Le ultime notizie fanno ben sperare. “Solo” 22 votazioni per riuscire ad avere nuovi eletti al Consiglio Superiore della Magistratura e alla Corte Costituzionale, situazione sbloccata grazie al fatto che i 5 Stelle hanno “scongelato i voti”, parafrasando Enrico Letta. La politica è anche buon senso e l’ammorbidimento della linea anticasta ha permesso di portare tra le istituzioni più importanti persone che dovrebbero migliorare la qualità della nostra democrazia, se non altro perché non espressione diretta dei partiti o del potere. Di Maio e altri si dicono disposti a ragionare anche del nuovo presidente della Repubblica dopo Napolitano e della legge elettorale. Quella legge elettorale che aspettiamo dal governo Monti (che si rifiuto di occuparsene perché è argomento parlamentare) e che neanche la sentenza della Corte Costituzionale è riuscita a smuovere le acque. L’avvento di Renzi a Palazzo Chigi è stato un passo falso, che dopo un’euforia iniziale ha mostrato quella palude che il presidente del Consiglio ha sempre voluto evitare. I 5 Stelle sono pronti nel segno della partecipazione dei cittadini e della trasparenza, dicendo basta alle azioni segrete. Una richiesta che viene anche dalla cosiddetta società civile e che dovrebbe però far riflettere lo stesso Movimento sul suo atteggiamento interno.
La vicenda di Occupypalco ne è un esempio pratico. La loro richiesta di avere informazioni chiare sull’organigramma, su chi dello staff della Casaleggio Associati prende decisioni, aveva visto inizialmente il socio di Beppe Grillo acconsentire ad avere chiarimenti, salvo poi ottenere l’espulsione per via direttissima dal blog una settimana dopo ( e a sole 2 ore dalla pubblicazione della mia intervista esclusiva, che è pure l’unica al momento). Niente informazioni su questo, niente chiarimento sulla certificazione esterna del portale dei 5 Stelle, cosa promessa da Casaleggio da due anni. Molti attivisti sono convinti che i ragazzi di Occupypalco vogliano solo visibilità per candidarsi da qualche parte o finire in tv ma loro vanno avanti per la loro strada riducendo al minimo le dichiarazioni. Vengono ospitati dai gruppi del VII e VIII municipio di Roma (qui il video) per discutere di quel che hanno combinato, dove qualcuno giustamente chiede “ma se loro ci hanno danneggiato con lo striscione al Circo Massimo quanto ci ha danneggiato l’espulsione via blog da parte di Grillo e Casaleggio?”. La domanda è lecita.
Come lecite sono le domande e le richieste che Occupypalco ha deciso di fare ai portavoce durante un evento realizzato a Civita Castellana. Le risposte di Fabio Massimo Castaldo, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio sono poco esaustive, tutte concentrate sul metodo – secondo loro sbagliato – con cui si è agito pubblicamente. Però nessuno ha saputo rispondere su come dovrebbero agire correttamente, chi dovrebbe dare le risposte. Dicono “dovete chiedere ai portavoce” ma Occupypalco ha sempre detto che lo hanno fatto da mesi e o non ricevono risposte o dicono di chiedere a qualcun altro, senza mai avere la risposta definitiva. Una sorta di labirinto informativo che non corrisponde esattamente alla trasparenza che qualcunque attivista dovrebbe aspettarsi.
La retorica della trasparenza e del cittadini che deve avere diritto a tutte le informazioni nel segno della democrazia qui comincia a vacillare. Quindi coerenza vuole che il Movimento 5 Stelle, a cui nessuno deve negare i risultati positivi raggiunti, deve chiarirsi su cosa vuole essere. Se vuole portare fino in fondo il concetto della trasparenza, della chiarezza e dell’apertura ai cittadini deve essere in grado di discutere senza irrigidirsi e senza accusare di tradimento chi pone deterimnate questioni, anche se in maniera fastidiosa. Se vuole essere un Movimento urlatore e protestatario, puro negli intendimenti ma povero di risultati oppure disposto a confrontarsi sulle cose che si possono migliorare anche se non ideali. Se essere anche pragmatici o escatologico, per dirla alla Grillo. Tutto questo, ovviamente, faciliterà il lavoro dei portavoce nell’ottenere un’Italia migliore, quindi ad aumentare i consensi anziché ridurli.