Il 6 dicembre del 1994 io stavo per compiere 12 anni e Gian Maria Volonté non sapevo bene chi fosse. Quando venne colpito dall’infarto che lo uccise era un martedì. Io all’epoca giocavo come portiere in una squadretta di calcio sfigatissima di via Padova, a Milano, e un mio compagno di squadra faceva di cognome proprio Volonté. Chissà, forse è per questo che mi ricordo distintamente quel giorno, quando pensai, forse sentendo al telegiornale la notizia e vedendo i miei genitori molto dispiaciuti, che quel signore che da giovane aveva dei gran baffoni neri poteva essere il nonno del mio compagno di squadra.
Fu solo negli anni successivi che capii effettivamente chi era Gian Maria Volonté e ne capii anche la grandezza come uomo e come attore. Lo capii quando mi innamorai degli western di Leone, verso i quattordici o quindici anni, o quando — un po’ più tardi — vidi film come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso, Sacco e Vanzetti, Cristo si è fermato a Eboli e altri grandissimi film che lo vedevano protagonista. Lo capii ancora di più quando, un paio di anni fa, vidi il documentario Un attore contro: Gian Maria Volonté, realizzato da Ferruccio Marotti nel 2005, e disponibile su YouTube in 9 episodi.
Oggi sono passati vent’anni da quel giorno di dicembre del 1994 e sono cambiate tante cose: io ho smesso di fare il portiere, ho visto moltissimi dei suoi film e ormai ho l’età che lui aveva quando girò Per un pugno di dollari di Sergio Leone, il primo dei suoi film che ho visto. Sono passati vent’anni e ho pensato che mi sarebbe piaciuto ricordarlo in qualche modo. Non mi è venuto in mente niente di meglio che fare girare un po’ quel documentario di Marotti. Guardatelo (qui sotto c’è il primo episodio, da lì in poi vi guiderà YouTube).
E stasera, se vi capiterà di avere un bicchiere di vino o un boccale di birra in mano, alzatelo a mezz’aria e brindate a Gian Maria Volonté.