#StaffettaGenerazionale questa sconosciuta, la storia degli 80.000 di #NoEmendamento29810
Oggi vorrei raccontarvi una vicenda che mi ha molto colpito, quella degli oltre 80.000 idonei e vincitori di concorsi pubblici che da anni sono senza lavoro nonostante abbiano vinto le prove concorsuali a cui hanno partecipato. Storia di mala Italia, disinteresse della politica o magari entrambe le cose? Ne parliamo con il gruppo che coordina la protesta di queste ragazze e ragazzi che chiedono solo di poter lavorare, costruirsi una famiglia e credere in un futuro migliore di questo presente così difficile.
Chi siete e come siete nati?
Il Comitato Vincitori e Idonei per 300 posti Ricostruzione Abruzzo è stato fondato il 23 marzo 2013 all’Aquila con l’intento di promuovere l’utilizzo delle graduatorie del Concorso Ripam-Abruzzo , concorso resosi necessario per l’assunzione di personale da destinare alla ricostruzione della città di L’Aquila e dei Comuni del Cratere.
Dopo la sua fondazione, il comitato è cresciuto contando oggi al suo interno centinaia di aderenti.
Nella sua attività il nostro comitato, ha potuto conoscere e coordinarsi con tanti altri comitati di vincitori di concorsi pubblici (Comitato 22 procedure per la giustizia di Roma, Comitato Ripam Napoli ecc.) e con il Comitato XXVII Ottobre che riunisce a livello nazionale i vari comitati e rappresenta gli 80.000 vincitori e idonei di concorsi pubblici ancora in attesa di assunzione.
Da tempo su Twitter è in corso una protesta virtuale, ma estremamente accesa, al grido di #NOEemendamento29810, volete spiegarci perchè?
L’emendamento in questione, che è stato poi inserito nel maxiemendamento alla legge di Stabilità 2015 (art 420-429), prevede la ricollocazione del personale delle province e delle città metropolitane in altri enti locali e nelle amministrazioni periferiche dello Stato.
Ciò ha come effetto subitaneo il blocco delle assunzioni da graduatorie di concorsi pubblici per gli anni 2016-2017 ad esclusione dei vincitori.
L’emendamento, peraltro, è frutto di una legge (Legge Delrio), che prevede l’abolizione delle Province oggi al vaglio della Corte Costituzionale al fine di verificare se esista o meno incostituzionalità.
In primis, sembra almeno prematuro, dunque, l’approvazione di un emendamento sulla base di una legge potenzialmente incostituzionale, in seconda battuta l’esubero dei dipendenti delle Province non può tramutarsi in un veto, anche se implicito, allo scorrimento delle graduatorie di concorsi pubblici.
Si deve considerare, infatti, che di per sé l’abolizione delle Province non comporta l’abolizione delle loro funzioni, bensì il trasferimento agli altri enti locali, con la logica conseguenza che gli ex dipendenti provinciali non solo sono necessari, ma non sono affatto in esubero.
Non si può neanche prevedere, inoltre, come riporta l’emendamento, precipuamente una tutela solo per il precariato storico, non prevedendone una altrettanto stringente per i vincitori e idonei dei concorsi pubblici.
Noi rivendichiamo semplicemente i nostri diritti, i vincitori e gli idonei di concorsi pubblici, in attesa in alcuni casi da 7-10 anni (dato scandaloso e vergognoso per un Paese Europeo) sono titolari rispettivamente di un diritto soggettivo e interesse legittimo all’assunzione.
La nostra costituzione non a caso dedica un intero articolo all’argomento, il famoso art. 97, “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. Salvo i casi stabiliti dalla legge deve essere previsto per casi eccezionali e particolari, non può diventare una regola. Abbiamo diritto a forme di tutela stringenti, anche in considerazione della tendenza dettata da questo stesso Governo a garantire la staffetta generazionale all’interno della pubblica amministrazione.
Vorremo che tutti riflettessero su questo dato allarmante 70000-100000 vincitori e idonei di concorso pubblico in attesa di assunzione. Non sono numeri, sono persone, sono vite.
Siete vincitori, o idonei, di concorsi pubblici e chiedete semplicemente di lavorare presso le PA per cui avete studiato e superato le prove, perchè pensate che in questo momento di crisi sarebbe utile al Paese assumere circa 80.000 ulteriori dipendenti?
Non pretendiamo l’ingresso di tante unità in un anno, ma siamo consapevoli di avere dei diritti abbiamo dei diritti, che non possono essere calpestati e non tutelati.
Siamo vittime del blocco del turn-over, degli esuberi, delle stabilizzazioni selvagge e ora anche del riordino delle provincie.
È vero che l’Italia vive un momento di crisi e questo momento, ma è pur vero che la macchina organizzativa non può fermarsi, che i servizi vanno erogati, che è una questione che non investe solo noi, ma tutti i cittadini italiani e il loro diritti, il funzionamento del nostro Paese. L’Italia è caratterizzata da una grande proliferazione di leggi, che non danno certezza al futuro di nessuno.
La nostra certezza, noi l’abbiamo dalla Costituzione. Le assunzioni devono avvenire secondo le regole, per dare un futuro non solo a 80.000 anime, ma all’intera Italia.
Se non si investe in risorse umane l’economia non potrà mai ripartire.
Voi sostenete che “sebbene nella P.A. italiana scarseggino le competenze per potere diventare più efficiente, si blocca l’inserimento proprio di quelle risorse umane che dovrebbero dare un’iniezione di produttività”. Vincere un concorso non vuol automaticamente dire che il nuovo dipendente sia migliore di quello “vecchio”, perchè pensate che la vostra assunzione sarebbe un bene per la PA
Innanzitutto pensiamo che la nostra assunzione sia necessaria per la PA, l’età media dei dipendenti, infatti, è la più alta tra tutti i Paesi Ocse.
Molti dipendenti pubblici sono prossimi alla pensione, pensare di aprire le porte alle nuove generazioni, abituate all’uso degli strumenti informatici contribuirebbe all’informatizzazione di tutti i servizi con un notevole risparmio anche per le casse dello Stato.
Quando diciamo di valorizzare il merito, non deve essere inteso come negativo rispetto chi, da molti anni nella PA, ha acquisito competenze e capacità. Non siamo migliori o peggiori in questo senso. Tuttavia l’aver superato un concorso pubblico può farci affermare, senza alcun dubbio, di essere qualificati a svolgere le mansioni per le quali abbiamo superato le prove e di avere le competenze specifiche ai ruoli per i quali abbiamo concorso.
Sono i numeri a dirlo. Ad esempio al concorso RIPAM-Abruzzo a cui abbiamo partecipato, gli idonei sono stati poco più di 1000 su un totale di partecipanti pari ad oltre 36.000. L’idoneità è stata conquistata solamente da meno del 3% dei partecipanti. Quando parliamo di merito è a questo che ci riferiamo ed escluderci in maniera così netta, pensiamo sia un grosso sbaglio.
Voi contestate al Governo, anzi sarebbe meglio dire agli ultimi Governi, una sorta di disinteresse a risolvere la vostra situazione, avete perso la speranza o pensate che alla fine la spunterete?
L’ex ministro D’Alia, con il decreto legge 101/2013 (convertito con L.125/2013) aveva iniziato ad affrontare la questione.
Tale decreto prevedeva per tutte le amministrazioni dello Stato, l’attingimento dalle graduatorie prima di bandire nuovi concorsi, stabilendo quindi una chiarissima equiparazione tra vincitori e idonei (che almeno nei primissimi posti spesso si differenziano dai vincitori per maggiore età, niente figli a carico ecc…)
L’attuale ministro Madia, dopo aver annunciato più volte la staffetta generazionale e l’intento del governo di non modificare l’impianto della D’Alia, di fatto la sconvolge, ponendo delle condizioni ad excludendum degli idonei non vincitori.
Inoltre apprendiamo oggi, con sgomento, che il sottosegretario alla Fp, Angelo Rughetti in un intervista al Corriere della Sera, parla di facoltà di scelta dell’ente anche sull’assunzione anche dei vincitori.
Insomma, una cosa inaccettabile ed incostituzionale.
Non perdiamo la speranza, e non smetteremo di farci sentire, oggi su twitter tramite #NoEmendamento29810, domani nelle piazze e nei tribunali amministrativi di tutta Italia.
Siamo tanti, abbiamo studiato per anni e non vogliamo essere mortificati in questo modo.
Si parla tanto di ricambio, o patto, generazionale, voi credete che questo giovanissimo Governo Renzi possa essere quello che finalmente dalle parole passerà ai fatti?
Non è una questione di credere o meno alle parole, il discorso e che leggi sembrano in un certo qual modo contrastare tra di loro.
Se da un lato, abbiamo un decreto di riforma PA che sembra tendere al cosiddetto svecchiamento, dall’altro abbiamo l’emendamento, oramai divenuto legge, che lo contrasta. Fare riforme organiche non è sicuramente facile in un Paese come l’Italia, ma è pur vero che non si può arrivare a tale disorganicità. Il Ministro Madia aveva annunciato in pompa magna “La Staffetta generazionale” e 100.000 assunzioni per svecchiare la PA.
“Lavoro e giovani. Ripartiamo da qui” era il suo slogan per le primarie.
Molti di noi ci hanno creduto, ma ora ci sentiamo traditi, costretti ad espatriare per veder riconosciute le nostre professionalità. Noi però vogliamo rimanere nel nostro Paese e lotteremo perché accada, perché i nostri diritti trovino giustizia.
In questi giorni è passata al Senato la Legge di Stabilità, per voi è cambiato qualcosa?
Non solo è cambiato, è peggiorato tutto. Si lasciano 80000 vite in sospeso, senza dare certezza di alcun tipo.
Non siamo noi che abbiamo scelto di bandire i concorsi, non siamo noi che abbiamo ritenuto opportuno selezionare personale per le amministrazioni, noi abbiamo scelto solo di parteciparvi e studiare per poterli superare.
Non è possibile concepire che in un paese occidentale anche superare un concorso pubblico non dia certezza.
Per concludere, visto il periodo natalizio ed in prossimità della fine di quest’anno, quali sono i regali che vi aspettate sotto l’albero e come immaginate sarà il 2015?
Ci aspettiamo che il Governo sia coerente con le decisioni intraprese con il decreto di riforma PA, che risolva la situazione senza arrecare danni ad alcun cittadino italiano che ha diritto al lavoro, ad avere un vita dignitosa e poterla garantire a sé e ai suoi figli, citando in parte la Costituzione.
In definitiva riveda la posizione presa in quest’ultimi giorni, che non garantisce neanche lontanamente i nostri diritti, che provveda quanto prima a riformulare in debita sede le decisioni prese sulle spalle di 80.000 cittadini italiani, che onestamente hanno superato un concorso.
Infine, che garantisca la proroga delle graduatorie fino ad esaurimento come avviene già da anni a quelle della scuola e, soprattutto che questo avvenga quanto prima.