Caro Zeno,
ieri per il terzo anno di seguito, sei stato riempito di regali (troppi come sempre) da amici e parenti. Le nonne tanto per cambiare hanno ecceduto per mia somma gioia, e questa volta anche di tuo padre. Se una ha pensato bene di anticipare la naturale caduta dei tuoi denti da latte con un monopattino professionale che credo neanche il più bravo degli equilibristi potrà maneggiare; l’altra ha cercato di ucciderci (a me e tuo padre) facendoci gonfiare una piscina olimpionica con tanto di cascata d’acqua sotto il sol leone di Agosto.
Così non sapendo cosa ne sarà di noi (sempre #papàedio) l’anno prossimo – potremmo morire soffiando dentro a chissà quale attrazione – ho pensato di scriverti due righe di ricordo.
La mattina ti sei svegliato agitato, in fondo è stato il tuo primo compleanno semiconsapevole.
Sapevi che avresti avuto una torta con le candeline, dei regali e che tutto il tuo mondo sarebbe venuto in giardino per te. Al bar alle 8 mentre leccavi una ciambella fritta ti ho raccontato del giorno in cui sei nato. Ti ho detto che era notte quando hai deciso di rompere “le scatole” e che papà si è dovuto precipitare in ospedale. Ti ho detto che faceva un gran caldo e che tu hai pianto subito. Quello che non ti ho detto è che da quel giorno e per i primi parecchi mesi della tua vita, io e te non andavamo affatto d’accordo. Che come per tuo fratello piccolo ora, non avevo alcuno simpatia per la faccenda neonato/latte/pappe. E mi sono chiesta spesso chi fosse quell’intruso tra me e papà. Lo siete anche adesso due “meravigliosi intrusi”, ma papà sappilo, resterà sempre il mio preferito. Non c’è storia.
Poi è arrivato il tuo primo compleanno, hai iniziato a parlare, e camminare e interagire con me e allora sì che siamo diventati amici, inseparabili (finché tu lo vorrai).
Una volta per tutte voglio dirti che No non ti chiami ZENO come “La coscienza di ZENO”. Ti chiami ZENO “come Zeno Colò” che è stato un grandissimo sciatore. Rispondi sempre così a tutti quelli che te lo chiederanno, soprattutto a chi ti dirà la frase sulla coscienza (che tra l’altro è anche un libro di una noia sinistra, ma leggilo giusto per difenderti bene). Nessuno della tua generazione saprà chi era Zeno Colò lo saprai solo tu probabilmente, e questo ti darà un piccolo vantaggio, non subito, ma a un certo punto sì, e lo capirai.
Lo so dare un nome a un figlio per via di uno sciatore è una motivazione stupida, e sappi che per mesi tuo Nonno mi ha guardato perplesso (semidisgustato) per la scelta fatta. Ma a me e tuo padre piaceva e adesso, non saprei immaginarti con nessun altro nome.
Altra cosa che vorrei dirti, con largo anticipo è che: No, quella bevanda gialla con le bolle che ti dò sempre quando me la chiedi e che chiamiamo COCACOLA, in realtà è FANTA. Gli ho solo cambiato il nome in modo che anche tu come i tuoi fratelli grandi potessi bere COCACOLA, senza però subire l’effetto “isterizzante” che avrebbe su di te già abbastanza esagitato. So che non me la perdonerai mai questa, ma sappi che finché è durata, è stata una pacchia. Nota Bene in caso di discussione: la cocacola senza caffeina non si trova ovunque, la Fanta sì.
Ma mi sto dilungando… dicevo della festa. Al contrario delle aspettative, la piscina olimpionica, nonostante la quasi morte mia e di tuo padre, non hanno suscitato il tuo entusiasmo, e nemmeno gli altri pacchetti arrivati (neanche il monopattino assassino).
A un certo punto non hai neanche più voluto aprirne. Il tutto si è fermato, incastrato direi, sul pacchetto numero 3 credo. Tua sorella (genio) ha vinto il premio per il regalo più riuscito. Fucile a pressione che spara palline colorate. Tutto si è fermato lì. Tu hai cercato di uccidere tutti i partecipanti alla festa: bambini, neonati e adulti. Tutti i bambini ovviamente hanno voluto solo quel gioco lì. E con la tua solita grazia hai imposto la tua piena proprietà dell’oggetto. La mira era un po’ scarsa, con disappunto del nonno che sappilo ti trascinerà a breve al tiro al piattello.
Eri così preso dalla faccenda fucile che hai semiignorato il buffet di schifezze#diarreassicurata di quest’anno. E su questo lasciami dire due parole. Quando ricorderai da adulto la folle mania di tua madre di riempirti di coloranti/conservanti/cibitossici il giorno del tuo compleanno. Quando addurrai a questo i tuoi malanni sappi che: ogni genitore che si rispetti riversa sui suoi figli le frustrazioni vissute da bambino. Così, visto che a me tua nonna, sì sì tua nonnamarina, quella che a te fa fare QUALSIASI cosa, quella che non è in grado di dire A in tua presenza. Tua nonna oltre ad averci cresciuto in una specie di campo di sopravvivenza, ci ha sempre, sistematicamente negato: cibi spazzatura, caramelle, cioccolata MC Donald (quello lo farò anche io con te) allevandoci a petti di pollo sconditi e verdure. Quindi quel tavolo imbottito di dispenser di caramelle da bar, barrette di caramello puro, frizzipazzi brandizzati Spiderman con tanto di figurine dentro da attaccare alle magliette, ghiacciolituttiigusti e chi più ne ha più ne metta, è stato e sarà sempre per me. Per il gusto di dire “io l’avrei voluta così”.
Siamo stati in spiaggia fino alle 9 e tu eri felice, hai (sotto suggerimento) ringraziato per la festa e mi hai abbracciato forte dicendo “mamma puzza” che al momento è il massimo tra le parolacce che sai, oltre ad “ammazza”.
Cocca che sulla vita qualcosa sa, quando fa qualcosa di davvero speciale per qualcuno, sminuisce sempre dicendo: “i piccoli regali mantengono salde le amicizie”.
Caro Zeno – come Zeno Colò – Nonostante tua madre, come capirai da grande, è lontanissimo dall’essere una MADRE vera, la nostra amicizia oggi è più salda che mai.
Tanti auguri Puzzeta.