Da ieri sera sta girando su Facebook una foto e un breve testo pubblicato dallo scrittore Nicolai Lilin sulla sua pagina, seguita da 90mila persone:
Ora, che Lilin abbia seguito in modo “poco approfondito” la vicenda delle due cooperanti italiane rapite in Siria e recentemente liberate è un suo sacrosanto diritto. Un po’ come è un suo sacrosanto diritto il pensar quel che vuole della faccenda del riscatto — che ufficialmente, è bene puntualizzarlo, non è stato pagato — ma può farlo come può farlo il mio panettiere o il mio macellaio, o io quando sono al Birrificio con gli amici.
Quando invece lo fa sulla sua pagina Facebook, seguita, ripetiamo, da 90mila persone, una foto del genere dovrebbe pensarci un po’ a pubblicarla, almeno il tempo che ci vuole per guardare una foto di Vanessa Marzullo e confrontarla con quella che sta per pubblicare. Una decina di secondi scarsi, tra ricerca su Google, uno sguardo di qua e uno sguardo di là. Perché quella che imbraccia qul fucilone non è Vanessa, è solo una ragazza con i capelli scuri.
Mentre scrivevo queste righe, Lilin ha pubblicato un post in cui ammette l’errore, ma difende il suo diritto a esporre i suo dubbi a amici e lettori su Facebook.
Alla fine diversi amici mi hanno mandato dei link interessanti e ho scoperto che la foto è di una combattente curda che è stata strumentalizzata da qualcuno per incolpare Vanessa Marzullo di terrorismo. Pubblico entrambe le foto qui sotto, così potete vedere da dove proviene la foto originale che, ripeto, ritrae una combattente curda e non Vanessa Marzullo. Purtroppo, con rammarico, ho scoperto che diverse persone hanno commentato il mio post esprimendosi con volgarità e maleducazione, incolpandomi di aver fatto propaganda di una notizia falsa. Ho capito che loro non hanno letto il mio post, ma hanno giudicato la mia opinione basandosi soltanto sulla foto. Vorrei chiedere a queste persone di lasciare la mia pagina se hanno dubbi nella mia onestà intellettuale. Sono abituato a comunicare scrivendo e leggendo, lo faccio anche qui su Facebook. Per chi non comprende le parole scritte e cerca una comunicazione più semplice consiglio i fumetti di Walt Disney, un livello di lettura più adatto a chi è pronto ad offendere e accusare una persona che sottopone all’attenzione pubblica i propri dubbi e coinvolge nella ricerca di una risposta gli amici e i lettori.
Ok, torno a leggere Topolino.