Si possono avere idee discordanti sul comportamento di Greta e Vanessa, le due ragazze italiane rapite in Siria e tenute prigioniere per quasi 6 mesi.
Tante domande, dirette e indirette, sono state riversate sui social, sui giornali, nelle varie conversazioni tra amici, colleghi, in famiglia: erano lì per aiutare la popolazione siriana repressa dal regime di Assad? Sono partite per fornire supporto al «Free Syrian Army»? E’ stato pagato un riscatto per la loro liberazione? Se sì, qual è stato l’ammontare? Si doveva lasciarle al proprio destino?
Di tutte le possibili domande, una mi preme condividerla, affinchè sia di stimolo per una discussione che coinvolga maggiormente a livello emotivo chi vuole affrontare con serietà la questione: fossero state vostre figlie?
Si può pensare che siano state sprovvedute, incoscienti, stupide, ingenue, idealiste, forse tutto ciò.
Si può ritenere che avrebbero potuto fare volontariato nel proprio Paese, che avrebbero dovuto avere organizzazioni e/o associazioni più solide alle spalle, che di tutti i posti in cui si può aiutare chi ha bisogno hanno scelto quello meno sicuro; ma fossero state vostre figlie, l’avreste mai pronunciata la frase “se la sono cercata”?
Fossero state vostre figlie, avreste mai pensato che “con i rapitori non si tratta”?
Fossero state vostre figlie, avreste mai pubblicato un simile sondaggio?
Io, fossero state mie figlie (o sorelle, o cugine, o comunque persone appartenenti alla mia sfera affettiva), non avrei avuto alcun dubbio sulle domande che mi sarei fatto e soprattutto sulle risposte che mi sarei dato.
Perché è facile condannare, criticare, puntare il dito quando le vicende colpiscono persone che non conosciamo, famiglie lontane da noi, terre di cui a malapena conosciamo la collocazione geografica. Lo è forse meno provare ad immedesimarsi in ciò che -direttamente o indirettamente- si critica, facendo lo sforzo di esprimere opinioni come se si fosse parte in causa e non meri osservatori esterni pronti a inveire contro questa o quell’altra situazione di cui, sovente, si conosce solo una minima parte di quella che sia effettivamente la realtà.
Francesco Villa @frav89