Crescono gli attestati di stima per Sergio Mattarella, classe ’41, fratello minore di Piersanti, ex presidente della Regione Siciliana, ammazzato dalla mafia il 6 gennaio 1980. Colui che rientra tra i favoriti al Quirinale, possibile dodicesimo Presidente della Repubblica, sta collezionando messaggi di solidarietà da tutto il mondo politico per il suo status, in continua espansione, di uomo dell’antimafia.
Nato a Palermo, nella regione dei giudici Falcone e Borsellino, di Peppino impastato, e tanti altri. Se venisse eletto, sarebbe la prima volta di un palermitano al Colle.
Secondo il governatore della “Trinacria”, Rosario Crocetta, “rappresenta una Sicilia che non si è mai piegata alla criminalità organizzata“. “Conterraneo dalla schiena dritta“, secondo invece Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione. Il senatore Pd, Giuseppe Lumia, ne parla come di “un uomo al servizio delle istituzioni e della legalità“. “Simbolo senza macchie della legalità e dell’antimafia“, sempre del Pd, Maria di Giorgi, alla direzione nazionale del partito di Renzi.
Insomma, si sta facendo a cazzotti per dire la propria sul candidato palermitano. Ognuno con il suo “baciamo le mani” al futuro, forse, boss del Quirinale.
Chissà cosa ne penseranno le mafie, o cosa staranno confabulando i vertici del malaffare italiano. Sarà per loro un presidente scomodo, Mattarella?
Scomodo solo per le mafie od anche per gli italiani? Purtroppo le critiche e i malcontenti che in questi giorni e in queste ore, stanno affiorando sul nome del candidato siciliano, fanno pensare alla paura per gli uomini onesti che vive l’Italia, o una fetta d’Italia.
Mattarella: futtitinni! Le parole le porterà via il vento. A Sergio Mattarella, se sarà davvero lui a condurre l’Italia per i prossimi sette anni, vogliamo soltanto raccomandare di avere sempre alta la testa e la schiena dritta, per onorare la Sicilia e l’Italia intera che si batte in difesa della vera legalità. Per dire alla sporca mafia, di cominciare a tremare. E con lei tutti quelli che senza coppola e lupara, finanziano, anche solo moralmente, la criminalità organizzata.