Fumo di chinaNelle terre dei GAL

L’interazione tra fumetti e intenti divulgativi è storicamente ad altissimo rischio didascalico, nel senso che spesso e volentieri l’autore di turno – ammesso faccia il fumettista di professione e ...

L’interazione tra fumetti e intenti divulgativi è storicamente ad altissimo rischio didascalico, nel senso che spesso e volentieri l’autore di turno – ammesso faccia il fumettista di professione e non sia stato chiamato alla bisogna più che altro per l’idea d’investirci “un tanto al chilo” – fatica a condensare le informazioni richieste dal committente inserendole in un pur minimo sviluppo narrativo capace di attirare l’attenzione del lettore distratto.

Naturalmente esistono lodevoli eccezioni – una delle più recenti è Il mistero delle cinque gemme. Il principio della separazione dei poteri a fumetti – ma purtroppo, complice una certa faciloneria e un’annosa carenza culturale italica, nella maggioranza dei casi si assiste a poco più di cataloghi illustrati, dove le buone intenzioni annegano disperatamente in un mare di cattivi esempi.

Anche per questi motivi pregressi, fra le centinaia di presentazioni alla scorsa fiera di Lucca Comics & Games ha suscitato curiosità l’ottima iniziativa di sei GAL (Gruppo Azione Locale, a capitale misto privato e pubblico) veneti che, nell’intento di valorizzare le proprie risorse naturali e culturali, hanno organizzato il Concorso Internazionale d’Idee Rural Emotion Comics per creare un testimonial come “Virgilio della situazione che aiuterà, tramite la storia raccontata ed illustrata, ad incontrare, lungo gli itinerari culturali individuati, i personaggi famosi di ciascun territorio. Ciascuna storia si concluderà con un mistero che potrà essere svelato solo visitando il territorio ad esso collegato”. Semplice ed efficace: ma siamo in Italia, e confessiamo che un brivido ci è corso lungo la schiena.

“Le avventure dell’impavido Almorò tra storia e cultura”, personaggio ideato dalla vincitrice Simona Cornacchia, si sono invece rivelate divertenti, ben scritte e disegnate in stile piacevolmente realistico senza risultare pesante. Con lodevole gioco di squadra, Elisabetta Brusa (responsabile di Cantiere Teatro all’Università Ca’ Foscari di Venezia, che firma regie di lirica, prosa, opera contemporanea in Italia e all’estero, cercando connessioni tra le storie del passato e la multimedialità) e Francesco Matteuzzi (sceneggiatore di serie a fumetti come L’Insonne, Jonathan Steele e The Secret, graphic novel biografici su Anna Politkovskaja e Philip K. Dick, oltre a essere autore di libri per ragazzi) hanno sviluppato una trama che si snoda attraverso 6 storie da 20 tavole, leggibili a sé stanti ma collegate da un fil rouge che la rendono fruibile come un vero e proprio viaggio emozionale continuo.

Ai disegni, una manciata di autori nati in Regione (Isacco Saccoman, Antonio Menin, Carlo Piu, Andrea Rossetto, Mario Ferracina, Federico Vicentini) e coordinati da Francesco Frosi, accompagnati dal lettering e i moderni colori in copertina di Stefania Miola, con grafica e impaginazione di Mario Ferracina.

Attraverso le esplorazioni di luoghi, emozioni e tradizioni del protagonista Almorò (che in veneziano antico significa “messaggero dei popoli”), il lettore è accompagnato alla scoperta delle ricchezze dei territori rurali: “L’anima della laguna” nel territorio del GAL Antico Dogado, “I fantasmi del castello” nel GAL Patavino, “Viaggio nel passato” nel GAL Bassa Padovana, “La sfida di Salieri” nel GAL della Pianura Veronese, “La voce della Terra” nel GAL Terra Berica e “A proposito di Tönle” nel GAL Montagna Vicentina.

La distribuzione avviene localmente in spillati gratuiti in formato comic book, file pdf liberamente scaricabili dal web e dallo scorso 1° dicembre in edicola allegato al Corriere del Veneto.

Una bella sorpresa, che mostra una voltà di più la versatilità del fumetto e come possa creare un circolo virtuoso: un’iniziativa che andrebbe imitata al più presto da tutte quelle amministrazioni che sembrano non saper più “che pesci pigliare” per far conoscere in modi nuovi ma intelligenti i mille volti di quello che ci ostiniano a chiamare Bel Paese.
 

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